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Coriandoli e maschere, una festa per tutti

Da domani al 13 febbraio ogni giorno una sorpresa: sfilate di carri e maschere, musica, cabaret

Comincia domani (9 febbraio) il Carnevale di Casteldaccia. Un programma intenso: sfilate, spettacoli musicali, cabaret, degustazioni. Fino al 13 febbraio ogni giorno una sorpresa. Una grande festa per tutte le famiglie in una cittadina dove il Carnevale ha radici profonde. Già subito dopo la seconda guerra mondiale si organizzarono le prime sfilate di carri e gruppi in maschera (le «carruzzate»). Gli anni Cinquanta vedono un interesse crescente per il Carnevale, di pari passo con la ricostruzione che caratterizza il dopoguerra (numerose sono le foto degli anni ’60 e ’70 sappiamo che prosegue la tradizione dei majaseni e delle carruzzate. Negli ultimi anni Settanta si interrompe la tradizionale sfilata dei carri per poi essere riproposta negli anni Ottanta. La svolta arriva pochi anni fa con l’impegno dell’Associazione Carnevale Casteldaccese «Peppino Clemente». Un impegno costante nel tempo e nobile nelle finalità. Che ha dato già grandi frutti nel territorio come testimonia la crescita del Carnevale Casteldaccese che anche quest’anno si candida ad essere un punto di riferimento per migliaia di visitatori.

Carnevale è una festa che ammette piccole trasgressioni a tavola con abbuffate e banchetti che coinvolgono parenti e amici. Nel secolo scorso il fermento della festa investiva in pieno le famiglie che si organizzavano con molto anticipo, preparando costumi e balli, in attesa del grande evento e si scambiavano inviti. Le cucine erano in piena attività per sfornare tutti i tipi di leccornie, dalle chiacchiere ai diversi tipi di biscotti, dai classici antipasti della cucina siciliana ai golosi primi piatti. Uno scenario che quest’anno si ripeterà a Casteldaccia dove tutto è pronto per la grande festa.

Storia e ricordi, usanze e folclore s'intrecciano, e mentre le città si fanno belle con musiche e colori e aprono le porte ai visitatori, si festeggia anche a tavola il carnevale con i «maccarruna cu sucu» che le nonne preparavano «nta maidda» (vasca di legno). Pietanza questa, che la moderna gastronomia definirebbe un piatto unico: primo e secondo incluso, perché si tratta dei maccheroni al sugo di salsiccia e cotenne. È uno dei piatti simbolo con i maccheroni che venivano fatti in casa, lasciati a riposare, «a sciariari», tutta la notte, e poi cotti con ragù di salsiccia e in qualche caso con l’aggiunta di ricotta fresca. Buon appetito e buon Carnevale, a Casteldaccia naturalmente.

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