"Piera io posso corrispondere al momento di tre al massimo quattro paesi e basta e sono: Carini, Torretta, Cinisi e Terrasini": così il mafioso Giuseppe Lo Duca si impegnava a procurare voti al candidato alla Regionali Salvatore Ferrigno, arrestato oggi con l'accusa di voto di scambio politico-mafioso.
È uno dei dialoghi intercettati dagli investigatori fra Lo Duca e Piera Loiacono, ex assessore comunale a Campofelice di Fitalia, che faceva da tramite tra Ferrigno e il capomafia. La donna, anche lei finita in cella viene descritta dal gip come una persona "intrisa di una sconcertante cultura mafiosa".
Nel contrattare la somma da riscuotere in ogni paese per il sostengo elettorale il boss prosegue: "Gli dici che avendo una persona che già ci siamo capiti pure chi è, avendo questa amicizia, non meno di cinque (5mila euro, ndr) a paese. A ogni paese gli devo lasciare la metà".
"La spartizione della somma con ciascun rappresentante di cosa nostra di ogni paese - scrive il gip - era necessaria al fine di garantire un introito economico all'articolazione mafiosa che si sarebbe dovuta mobilitare e di assicurare il dovuto riconoscimento ai mafiosi di quei comuni".
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