Collettore Palermo sud-est, via ai licenziamenti: 21 operai a rischio. I sindacati insorgono
Il consorzio Palermo Sud Est Scarl, impegnato nei lavori del collettore emissario sud-orientale, ha avviato la procedura di licenziamento collettivo per 21 lavoratori. Il personale, già ridotto, passerà da 70 a 38 unità, includendo anche una decina di interinali con contratto in scadenza il 30 settembre. Fillea Cgil, Filca Cisl e Feneal Uil puntano il dito contro l’impresa Manelli, capofila del consorzio, accusata di voler tagliare posti di lavoro per alleggerire i costi. «Chiediamo alla struttura commissariale di intervenire al più presto, richiamando l’azienda al rispetto degli impegni presi, nella tutela dei lavoratori e nel rispetto della città», dichiarano i segretari Cosimo Lo Sciuto, Lorenzo Scalia e Salvatore Puleo. Secondo i sindacati, la Manelli giustifica i licenziamenti parlando di perdite di circa 500 mila euro al mese. Un calcolo giudicato «incomprensibile», visto che a fronte di oltre 20 milioni di lavori previsti, l’azienda avrebbe già incassato circa 19 milioni, con appena metà opera realizzata. Intanto la stessa impresa chiede una proroga per la consegna. La tensione era già emersa a luglio, quando la Manelli aveva parlato di riduzione del personale. I sindacati avevano segnalato comportamenti che considerano volti a creare allarme fra i dipendenti: ferie forzate, contestazioni disciplinari ripetute, riduzione delle razioni dei pasti e dei dispositivi di protezione. «È deprecabile il tentativo di far leva sui lavoratori per ottenere vantaggi economici», ribadiscono Lo Sciuto, Scalia e Puleo, sottolineando come la stessa azienda scriva che i tagli servono «almeno fino a quando la stazione appaltante non vorrà riconsiderare i corrispettivi economici dell’appalto». I sindacati annunciano battaglia: «Non saremo disposti ad accettare soluzioni che contemplino il licenziamento dei lavoratori. Non esistono ragioni utili a far risparmiare l’azienda, a scapito dei lavoratori e della collettività».