
Nasce a Confartigianato Palermo uno sportello per aiutare le imprese della moda nella transizione verso un settore più sostenibile, tracciabile e in regola con le nuove norme europee. È questa l’iniziativa promossa da Confartigianato Palermo e Mythos, che continua il suo lavoro capillare al fianco delle aziende associate, in sinergia con il Consorzio Cobat Tessile, per affrontare i cambiamenti imposti dalla normativa europea sulla Responsabilità Estesa del Produttore (EPR) e sulla strategia per un tessile sostenibile e circolare. Il funzionario di riferimento sarà appositamente formato e farà da trait d'union con il consorzio. Lo sportello aperto presso Confartigianato Palermo sarà a servizio anche di tutte le imprese siciliane iscritte al Distretto Regionale Mythos.
Durante l'incontro – con imprenditori in presenza e collegati da remoto – sono stati illustrati gli adempimenti previsti per il settore, in vista dell’entrata in vigore, da gennaio 2026, di nuove regole su smaltimento, etichettatura, sostenibilità e, soprattutto, del Passaporto Digitale del Prodotto (DPP).
Al tavolo dei relatori, erano presenti la presidente della categoria della Moda di Confartigianato Palermo, nonché presidente di Mythos, Flavia Pinello, Michele Priori, Direttore Generale di Cobat Tessile e il vice segretario dell’associazione, Fabio Pellerito.
Il DPP è una vera e propria carta d’identità digitale del capo di abbigliamento, che racchiude tutte le informazioni sulla sua vita: dalla provenienza delle materie prime alla produzione, fino alle modalità di smaltimento o riciclo. Accessibile tramite QR code o codice univoco, il DPP renderà più trasparente e tracciabile l’intera filiera. Dal 2027 sarà obbligatorio per il tessile, ma già da gennaio 2026 sarà richiesto su base volontaria, permettendo alle aziende di distinguersi e mettersi in regola in anticipo.
Confartigianato Palermo e Mythos, con il supporto tecnico di Cobat Tessile, accompagnano le imprese in un percorso virtuoso di consapevolezza e innovazione, con l’obiettivo di:
• informare sui nuovi obblighi normativi;
• ridurre gli sprechi;
• favorire il riutilizzo dei materiali;
• valorizzare la sostenibilità come asset competitivo.
L’introduzione del DPP, unita a misure come il Piano Italia Moda, punta non solo a rafforzare la filiera delle PMI e degli artigiani del Made in Italy, ma anche a certificare la legalità e la sostenibilità delle imprese, proteggendo il comparto da pratiche illecite e migliorandone la reputazione a livello globale.
Il DPP fa parte di un insieme di adempimenti che entreranno in vigore in momenti differenti, a partire da gennaio 2026, come la responsabilità estesa del produttore, il cui mancato rispetto comporterà conseguenze significative per le imprese sul piano normativo e commerciale. Il settore moda è simbolo del nostro Paese ed è fondamentale che sia pronto ad affrontare questa transizione, anche per resistere a sfide internazionali, come la trattativa in corso tra UE e USA sui dazi, che potrebbe avere forti ripercussioni.
L’obiettivo? Un sistema tessile più trasparente, resiliente e competitivo, che metta insieme tradizione, innovazione e rispetto dell’ambiente. Un’opportunità per le imprese che scelgono di farsi trovare pronte.
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