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Differenziata, 69 Comuni del Palermitano su 82 al 65% ma le tariffe non calano

A pesare è la scarsa qualità del residuo secco. Il Conai nel 2023 ha riconosciuto quasi 48 milioni di euro di corrispettivi ai Comuni

Nel 2023 l’85% dei comuni della provincia di Palermo (69 su 82) avevano raggiunto il 65% di raccolta differenziata e più di 1/3 aveva fatto registrare una produzione di rifiuto secco indifferenziato sotto i 100 chili per abitante. Il Conai nel 2023 ha riconosciuto quasi 48 milioni di euro (+6 milioni rispetto al 2022) di corrispettivi ai comuni siciliani per il conferimento dei rifiuti differenziati nelle piattaforme e di questi più di 6 milioni sono stati quelli assegnati al comprensorio palermitano. Tuttavia, la gran parte dei comuni non riesce a far sì che questi risultati si traducano in una riduzione della tariffa. E’ quanto emerso a Termini Imerese, all’EcoForum provinciale sui rifiuti e l’economia circolare, promosso da Legambiente Sicilia in collaborazione con i circoli della provincia di Palermo nell’ambito della VI edizione della campagna Sicilia Munnizza Free.

A pesare è la qualità delle diverse frazioni che vengono conferite perché i contributi che i comuni ricevono dai vari consorzi di filiera - della carta e del cartone, della plastica, del vetro o dell’alluminio - si riducono sensibilmente a causa dei materiali estranei che si rinvengono nella fase di selezione. «Al riguardo - afferma Claudia Casa, responsabile Economia circolare di Legambiente Sicilia - è necessario porre in essere attività di comunicazione quasi a ciclo continuo rivolte ai cittadini, cui compete in partenza la corretta suddivisione delle diverse tipologie di rifiuto, ma anche di formazione verso gli addetti al ritiro».

E sulla esosità della tariffazione si è innestato l’altro argomento affrontato dai rappresentanti delle tre Srr, stimolati dal sindaco di Termini Imerese, Maria Terranova, che ha stigmatizzato l’impossibilità per il suo, come per altri comuni, di riconoscere ai cittadini un premio in termini di riduzione dell’imposta a causa dei costi esorbitanti per i conferimenti dell’indifferenziato.
«Una bassa qualità della raccolta differenziata, una gestione dissennata del rifiuto secco, procedure farraginose e ritardi nelle autorizzazioni per la realizzazione delle infrastrutture e degli impianti a servizio della differenziata e dell’economia circolare pesano ancora sulla corretta ed efficiente gestione del Ri-ciclo integrato dei rifiuti», dice Tommaso Castronovo, presidente di Legambiente Sicilia.

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