Hanno scelto a occhi chiusi le eccellenze siciliane, non perché già conoscessero chi doveva vincere, ma nel senso letterale: i «giurati» della Guida ai vini di Sicilia 2025 – da oggi nelle edicole, in abbinamento facoltativo al Giornale di Sicilia e alla Gazzetta del Sud al costo di 3,50 euro, più il prezzo del giornale – per premiare i migliori sono stati bendati, al fine di giudicare in maniera oggettiva e dar voce solo al palato. Sono 51 i nomi dell’ottava edizione, tra etichette e cantine. Firmata da Slow Wine e curata da Francesco Abate e Giancarlo Gariglio, con il coordinamento editoriale di Olivia Reviglio, la Guida è stata presentata dai giornalisti di Tgs Giovanni Villino e Cinzia Gizzi, al dipartimento di Scienze Agrarie dell’Università di Palermo. «Abbiamo deciso i riconoscimenti dopo due gradi di assaggio - hanno spiegato Gariglio, curatore nazionale e Abate, referente regionale di Slow Wine -. Con una decina di collaboratori siamo stati in giro nelle varie province siciliane per una prima degustazione. Poi, alla cieca, ad occhi chiusi appunto, nella sede di Bra, in provincia di Cuneo, su circa 120-130 campioni, abbiamo selezionato il top, senza conoscere preliminarmente i nomi dei produttori ma solo il territorio di provenienza».
A fare gli onori di casa è stato Baldassarre Portolano, direttore del dipartimento di Scienze agrarie: «Grazie per l’opportunità che ci avete offerto. Il nostro dipartimento vive grazie ai contatti con il territorio».
Ad aprire i lavori della tavola rotonda il direttore responsabile del Giornale di Sicilia, Marco Romano: «Come diceva Ernest Hemingway, il vino è uno dei maggiori segni di civiltà nel mondo in una terra, la Sicilia, che racconta la storia del mondo - ha sottolineato -. La Guida ai vini vuole far conoscere la Sicilia non solo ai residenti ma anche ai turisti che vengono qui per conoscere l’Isola. Crediamo che, ancora una volta, il lavoro fatto con Slow Wine miri a valorizzare l’intero comparto in cui spiccano numerose eccellenze».
Storie di vignaioli coraggiosi
Non si tratta di un elenco di etichette premiate, ma di una narrazione fatta di storie di vignaioli coraggiosi, di famiglie che da generazioni curano le loro vigne come figli e di giovani imprenditori che hanno voluto scommettere sulla terra e che innovano le loro aziende rivolgendo uno sguardo alla tradizione. Sergio Genuardi, di Casteltermini, in provincia di Agrigento, in tasca ha una laurea triennale in viticoltura ed enologia a Marsala e una magistrale ad Asti. Tra i più giovani produttori, non è figlio d’arte. Il padre si occupa di informatica, la madre è insegnante, ma già a 30 anni ha fondato «dal nulla un’azienda di oltre un ettaro, che produce 8 mila bottiglie l’anno. Da non bevitore», ha sottolineato.
Poco più grande è Gloria Di Paola che, a 35 anni, pur avendo studiato architettura, da sempre ha vissuto tra i vigneti e ha aperto le cantine Tre.Mi.La. Etnawines a Milo, nel Catanese: un’azienda che produce 6 mila bottiglie l’anno, in 2 ettari di terreno. «È una piccola realtà, dove i dipendenti siamo due: io e mio padre che, sudando e sporcandoci le mani, facciamo di tutto, oltre a mia madre che lava i nostri indumenti», ha raccontato emozionata e soddisfatta, sorridendo accanto alla sua famiglia.
Marilena Barbera, di Menfi, ha messo l’accento sulla necessità di parlare dell’enoturismo non solo a proposito dell’aspetto vocazionale ma anche come fonte di reddito: «Chi produce lo fa per lavoro e non solo per passione. Ho un’azienda di 15 ettari e ho iniziato 28 anni fa, quando il vino si vendeva attraverso gli agenti nazionali e internazionali. Oggi la comunicazione ha cambiato le cose, perché il pubblico si può interfacciare con il produttore».
Cellule vitali del territorio
Il professore Filippo Sgroi ha definito le aziende vitivinicole «cellule vitali del territorio, che creano sviluppo ed evitano l’esodo». Ha poi parlato dei cambiamenti del mercato: «La modalità di consumo non è più la stessa e le nuove generazioni sono eclettiche. Si beve di meno e meglio, si beve meno a casa e più fuori. I giovani vogliono un’enologia meno invasiva e preferiscono vini collegati al territorio».
Non recensito chi fa diserbo chimico
Giancarlo Gariglio, responsabile nazionale di Slow Wine, ha esaltato «la coerenza di un progetto nazionale che prevede visite nelle cantine e la mappatura del territorio, che riusciamo a fare in Sicilia, nonostante le difficoltà del territorio, grazie ad una squadra di dieci persone serie e competenti». Francesco Abate, referente regionale di Slow Wine ha sottolineato la novità rispetto alle passate edizioni: «Per la prima volta non abbiamo recensito aziende che fanno diserbo chimico. È una scelta importante a cui pensavamo da diverso tempo. Quest’anno abbiamo consolidato un messaggio costruito nel tempo che è il rispetto del territorio, con l’obiettivo di fare vini figli di un’agricoltura sana».
Gariglio e Abate hanno spiegato che «i vini raccontati nella Guida provengono da un trittico di annate eccezionalmente complesse. Pur diversi da un punto di vista climatico, i tre millesimi 2023, 2022 e 2021 sono accomunati dalle difficoltà che i produttori hanno dovuto affrontare per salvaguardare il patrimonio viticolo e la qualità delle uve. Le risposte alle condizioni climatiche avverse sono state differenti a seconda delle zone, delle varietà e dell’età dei vigneti. Per questo - hanno concluso - oggi più che mai occorre evitare atteggiamenti autoreferenziali. È necessaria una riflessione corale che coinvolga tutti gli attori della filiera, consumatori compresi. Solo così sarà possibile orientare e non subire il mercato».
L’elenco delle cantine al top
Barraco
Benanti
Bonavita
Calcagno
Cantine Barbera
Castellucci Miano
Centopassi
Frank Cornelissen
COS
CVA Canicattì
Marco De Bartoli
Ferrandes
Gulfi
I Custodi delle Vigne dell’Etna
I Vigneri
Manenti
Marabino
Arianna Occhipinti
Passopisciaro
Planeta
Poggio di Bortolone
Porta del Vento
Possente
Tanca Nica
Tasca d’Almerita
Tenuta delle Terre Nere
Tenuta di Castellaro
Valdibella
Aldo Viola
Alessandro Viola
Vite ad Ovest
Ecco le etichette selezionate
Acamante 2020 Valdibella, Altogrado 2016 Barraco, Ammàno 2023 Cantine Barbera, Angelo 2022 Aldo Viola, Arcifà 2023 CVA Canicattì, Bianco 2023 Elios, Bianco Pomice 2023 Tenuta di Castellaro, Carricante di San Giovanni 2020 Sive Natura, Catarratto 2023 Sergio Drago, Cerasuolo di Vittoria Cl. 2019 Gulfi, Cerasuolo di Vittoria Cl. Dorilli 2022 Planeta, Contrada S 2022 Passopisciaro, Emigrante 2022 Tre.Mi.La. Etnawines, Etna Bianco Cuvée Vigne Niche Montalto 2022 Terre Nere, Etna Bianco Sup. Aurora 2023 I Vigneri, Etna Rosso Aetneus 2020 I Custodi delle Vigne dell’Etna, Etna Rosso Calderara Sottana 2022 Girolamo Russo, Etna Rosso Contrada Cavaliere 2022 Benanti, Etna Rosso Contrada Friera 2022 Vigneti Vecchio, Etna Rosso Contrada Sciaranuova VV 2020 Tasca d’Almerita, Etna Rosso Feudo di Mezzo 2022 Calcagno, Etna Rosso Vulká 2021 Cantine Nicosia, Faro Rosso 2021 Bonavita, Firri Firri 2023 Tanca Nica, Frappato 2023 COS, Fuorviante 2022 Manenti, Halarà Bianco 2020 Halarà, Kima 2023 Possente, Le Mie Origini 2022 Alessandro Viola, Lunarìa 2023 Sergio Genuardi, Marsala Ris. Soleras Sartie La Vela, Marsala Vergine Secco Vintage 2015 Heritage, Monreale Catarratto 2023 Porta del Vento, Monreale Catarratto Bianco di Mortilli 2022 Case Alte, Muffiato 18 2018 Fabio Ferracane, Munjebel CR 2021 Frank Cornelissen, Nostrale 2023 Longarico, Occhio di Terra 2023 Antonino Caravaglio, Pantelleria Bianco Leukòs 2023 Minardi, Passito di Pantelleria Ben Ryé 2021 Donnafugata, Passito di Pantelleria Decennale 2013 Ferrandes, Rosso 2023 Lamoresca, Sicilia Grillo SM 2022 Arianna Occhipinti, Sicilia Nero d’Avola Argille di Tagghia Via 2023 Centopassi, Sicilia Nero d’Avola Nero d’Altura 2021 Tenute Lombardo, Terre Calcaree 2022 Marabino, Turi Bianco 2023 Salvatore Marino, Valledolmo-C. di Sclafani Ris. Shiarà 2022 Castellucci Miano, Vecchio Samperi Perpetuo Marco De Bartoli, Vittoria Frappato 2023 Poggio di Bortolone, Vittoria Frappato Vigna Biddine Sottana 2023 Valle dell’Acate
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