Palermo

Giovedì 21 Novembre 2024

Almaviva, richiesta l’attivazione della procedura di esame congiunto per riduzione di personale

Almaviva Contact ha richiesto l’attivazione della procedura di esame congiunto per riduzione di personale. Si tratta di un aspetto tecnico in coerenza con il percorso condiviso negli accordi firmato a dicembre dell’anno scorso e a luglio di quest’anno e funzionale a garantire ai lavoratori l’accesso agli ulteriori strumenti di sostegno al reddito durante la prosecuzione dei progetti legati al piano di ricollocamento di Sviluppo Lavoro Italia, tra cui le prime 158 nuove offerte di lavoro, non ancora accettate, e le altre decine individuate che si attende vengano finalizzate nelle prossime settimane. Ad oggi, l’organico di Almaviva Contact è composto da 504 lavoratori, distribuiti nelle sedi di Roma, Milano, Napoli, Palermo, Catania e Cosenza, collocati da anni in cassa integrazione a zero ore e tutti coinvolti nel piano di ricollocamento, circa metà dei quali è rimasta in forza non avendo accettato l’offerta di lavoro a tempo indeterminato e in continuità territoriale nei precedenti cambi appalto, in applicazione della clausola sociale. I due accordi sono stati sottoscritti in sede istituzionale da azienda, organizzazioni sindacali, ministero delle Imprese e del Made in Italy, ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, Sviluppo Lavoro Italia e Regioni coinvolte. La Cig scade il 31 dicembre di quest’anno. AGGIORNAMENTO La Fistel Cisl Sicilia tiene a precisare che «le proposte di lavoro non accettate dai lavoratori durante il job day all’interno del processo avviato da Sviluppo Lavoro Italia, nella quasi totalità dei casi, non sono state accettate perché si trattava di proposte con contratti di lavoro a tempo determinato le cui condizioni contrattuali risultavano essere economicamente svantaggiose rispetto agli attuali rapporti di lavoro in essere. Mentre i lavoratori che non hanno accettato i trasferimenti verso altre Aziende non corrispondono a circa la metà delle lavoratrici e dei lavoratori, ma trattasi di un numero ridotto rispetto alle percentuali indicati nell’articolo e sicuramente non tali da creare aggravio alla soluzione occupazionale della vertenza».

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