Palermo

Venerdì 20 Settembre 2024

Palermo, la richiesta di fallimento per l'imprenditore anti-racket: con lui solo Addiopizzo e la Filca Cisl

Paolo D'Anca, segretario della Filca Cisl Sicilia

Nessuna solidarietà dunque. Intorno all’imprenditore di Palermo vittima del racket, che ha denunciato e filmato il volto dei suoi aguzzini, non si stringe nessuno, se non Addiopizzo e Paolo D’Anca, segretario generale della Filca Cisl. Proprio quest’ultimo sembra essere stato tra i pochi ad opporsi alla istanza di fallimento che Edilcassa ha deciso di presentare nei confronti di Masino costruzioni srls. «Lo certificano i verbali - dice D’Anca -, ho cercato di spiegare che se avessimo trattato la Mosina costruzioni come tutte le altre aziende, avremmo perso tutti. Il messaggio che si manda non è dei migliori, perché non possiamo paragonare un imprenditore che è stato più volte vittima del racket e che lo ha sempre denunciato ad altre aziende. Va supportato e non si possono applicare gli stessi metodi per tutti. Poi, e mi auguro non sia mai così, un domani potrebbe succedere che chi viene ritenuto dalla parte giusta in realtà si riveli un bluff, ma io avrò sempre la coscienza pulita». Insomma, tra i silenzi imbarazzati di tanti che abbiamo provato a sentire, tra cui Ance, Confartigianato e la Fillea Cgil, che ha preferito per il momento non rilasciare dichiarazioni in attesa della prima udienza, una voce squarcia il velo e si schiera dalla parte dell’imprenditore. E punta il dito anche contro l'eccessiva burocrazia: «Purtroppo è una frase forte da dire - prosegue D’Anca - ma a volte di legalità si muore. È corretto che ci siano dei paletti e dei controlli, ma spesso molti imprenditori vengono massacrati dalle lunghe attese che si è costretti ad affrontare per accedere alle sospensioni dei termini o ai risarcimenti. Bisogna snellire la burocrazia». E a proposito di risarcimenti: nel giorno del ricordo di Libero Grassi, lo scorso 29 agosto, il prefetto Maria Grazia Nicolò, commissario straordinario per il coordinamento delle iniziative antiracket, aveva svelato un dato inquietante: «Nel 2024 - aveva detto - su duecento istanze arrivate da tutta Italia, soltanto due sono giunte dal capoluogo. È sconfortante, provo rabbia e mi chiedo se quel sacrificio è davvero servito». Un dato che certifica il netto calo di denunce degli imprenditori palermitani.

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