Nessuna solidarietà dal mondo imprenditoriale, ma Giuseppe Piraino, imprenditore edile di Palermo che per tre volte ha denunciato le richieste di pizzo, va avanti con decisione assieme al suo legale Ugo Forello, consigliere comunale del gruppo Oso, e annuncia che «la mia battaglia non si ferma certamente qui».
In tribunale oggi si è discussa l’udienza per l’istanza di fallimento presentata dalla Edilcassa, ente costituito al 50 per cento da rappresentanti degli artigiani edili Anaepa Confartigianato e per la restante parte dai rappresentanti sindacali di Cgil, Cisl e Uil. Il costruttore è effettivamente indietro con i versamenti, per 280 mila euro, a causa di mille difficoltà legate anche alle sue denunce, ma mirava a rientrare.
Sul caso si è attivata anche la commissione regionale Antimafia, che ha acquisito il primo articolo del Giornale di Sicilia sul caso e sta calendarizzando un incontro con l’imprenditore. Nonostante la Procura abbia accolto la richiesta di sospensione delle posizioni debitorie di Piraino (due anni verso i propri fornitori e tre verso il fisco), in virtù della legge 44 del 1999 che tutela gli imprenditori vittime del racket, Edilcassa è andata avanti per la sua strada, non concedendo più tempo all’imprenditore, che nel frattempo aveva accumulato fra tentativi di estorsione ai suoi danni - tre nel giro di quattro anni - e il blocco dei crediti legati ai bonus 110%, 280 mila euro di debiti.
Piraino non ci sta e ai nostri taccuini e ai microfoni di Tgs ha affidato il suo stato d’animo: «C’è sconforto - dice - c’è tanta rabbia, soprattutto se penso al messaggio che passerà. Tanti imprenditori, che in questo momento magari sono indecisi se denunciare o meno si chiederanno: chi denuncia viene tutelato o viene preso di mira perché dà fastidio? La legge 44 non regala soldi ma sospende per un periodo di tempo le posizioni debitorie, aiutando l’azienda e gli imprenditori vittime della mafia - puntualizza -. Edilcassa non ha invece rispettato questo decreto, anzi. Ha illegittimamente portato avanti una azione legale e un pignoramento di conti vuoti, spendendo denaro pubblico senza trovare nulla. E ora ci sta portando al fallimento. Le stesse istituzioni che si sono presentate come parte civile nelle prime denunce e hanno beneficiato della mia faccia in televisione, sfruttando il boomerang mediatico, oggi mi hanno abbandonato e si rivoltano contro non rispettando la sospensione dei termini. Mi chiedo che faccia abbiano di fronte alla giustizia italiana, come si presenteranno in tribunale queste persone».
Nel video l'intervista all'imprenditore Giuseppe Piraino
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