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Bonus edilizi, per le aziende corsa contro il tempo: l'obiettivo è recuperare i crediti

È una corsa contro il tempo, senza dover scadere in cattiva qualità, senza commettere errori, senza rifiatare. È una corsa a ostacoli, dove gli ostacoli vanno saltati, affrontanti e risolti in un battibaleno. C’è una scadenza che incombe, una sorta di reset, un momento oltre al quale tutto si azzera e si rischia di perdere soldi, rimborsi e di conseguenza mettere in difficoltà il lavoro di una vita. Sembra una storia facile quella che ruota attorno alle tanto ambite richieste di superbonus e sconti in fattura. Facile forse solo agli occhi di quei clienti che, senza troppe difficoltà, hanno avuto l’opportunità di usufruire di tagli importanti sul costo finale di un progetto casa. Ma dall’altra parte della storia, ci stanno gli imprenditori, uomini di affari li chiamano, che in particolar modo negli ultimi anni, anche grazie alla spinta dei bonus, hanno spiccato il volo nel mondo delle Costruzioni, dove ruota tutto ciò che sta attorno al sistema dell’edilizia.

E così, mentre il cliente grazie allo sconto in fattura ottiene la detrazione spettante dal bonus immediatamente, poiché all’impresa viene pagata la sola parte di spesa che sarebbe comunque rimasta a carico del committente, l’azienda deve in qualche modo «faticare» per recuperare la liquidità restante che, nel caso del bonus barriere architettoniche, ammonta al 75%. Per ottenere questa somma, il riferimento dell’impresa diventa l’istituto bancario che ha stabilito un determinato plafond per il recupero dei crediti legati alle manovre del governo, trattenendo comunque una percentuale come guadagno (che di solito si attesta al 15% della somma totale). Ed è proprio la banca, in base alla cifra stanziata, che stabilisce le scadenze. Sforate quelle, le aziende non possono più recuperare liquidità e possono soltanto sfruttare negli anni i crediti fiscali accumulati scegliendo se cederli ad altri fornitori (ammesso che li accettino), scambiarli in banca a percentuali magari più alte di quelle stabilite inizialmente nell’accordo o portali in detrazione, recuperando il credito in 5 anni. Ultima soluzione questa che comporta difficoltà nel pagare fornitori e dipendenti, non avendo più la liquidità sul conto corrente.

Così, anche chi da oltre 40 anni garantisce qualità e innovazione, senza perdere l’antica tradizione artigiana con un’attenzione quasi maniacale al dettaglio, oggi si ritrova a fare i conti con un countdown spietato, con le lancette di un orologio che corre e scorre senza tregua. Una corsa contro il tempo, con il fantasma dello stop alle cessioni che il proprio istituto di credito rischia di dichiarare da un giorno all’altro. Con voci che ogni giorno si rincorrono e si contraddicono...«la banca ha già finito il plafond» o anche «il plafond è in esaurimento, dobbiamo fare presto» o ancora «se non chiudiamo entro metà settembre, perdiamo tutto». Una scadenza questa, una spada di Damocle, che Domenico Avvento, uno dei soci della Sicilinfissi - una azienda con una lunga tradizione familiare alle spalle, una realtà palermitana alle porte del capoluogo, a Belmonte Mezzagno - conosce molto bene, e insieme a lui, tutto il suo staff ma anche tutti i colleghi imprenditori del sistema casa. Una scadenza entro la quale va dimostrato di aver concluso nel rispetto delle regole, tutti i lavori avviati grazie alla manovra. Così ogni giorno la Sicilinfissi organizza la tabella di marcia di squadre di lavoro, interne ed esterne, per non fallire l’obiettivo. Ma l’obiettivo non è soltanto quello di chiudere tutti i cantieri aperti grazie al bonus barriere architettoniche in questo caso, per il quale lo scorso 29 dicembre il governo Meloni ha dato lo stop allo sconto in fattura. L’obiettivo principale è di fare bene nonostante il tempo, nonostante la scadenza oltre alla quale l’azienda perderebbe il rimborso statale. Quella grossa fetta che per il cliente è stato un risparmio non indifferente e che per l’imprenditore rischia di essere un buco nel conto corrente aziendale. Fare bene, tenere alto il nome dell’azienda, non perdere credibilità e mantenere gli altissimi standard di qualità costruiti e raggiunti in quasi mezzo secolo di attività sul mercato, sono oggi più che mai le priorità.

«Non possiamo non essere soddisfatti della grande mole di lavoro che stiamo affrontando da tempo, dell’immensa fiducia che i nostri clienti ci stanno dimostrando da ogni parte della Sicilia - dice Domenico Avvento, uno dei soci insieme al cognato Giuseppe Martorana dell’azienda di famiglia, nata oltre 40 anni fa, dalla maestria del suocero serramentista, Francesco Martorana -, ma mai prima d’ora ci eravamo ritrovati nella condizione di fare una corsa contro il tempo per non perdere ciò che ci spetta». E così, tra sconti in fattura e cessione dei crediti, il mondo del sistema casa è quasi impazzito negli ultimi anni. Basti pensare che la normativa sui bonus edilizi (quindi non parliamo esclusivamente di barriere architettoniche) ha subìto, da maggio 2020 alla primavera del 2024, ben 283 modifiche e chiarimenti che hanno destabilizzato il mercato, la pianificazione dei lavori e l’impegno finanziario per la loro copertura, con ripercussioni inevitabili sull’esecuzione, sulle tempistiche per i clienti e sulla organizzazione del lavoro degli imprenditori.

«Programmare ogni singola giornata incastrando al minuto tutti gli impegni - spiega ancora Avvento - è oggi più che mai indispensabile per non perdere neppure un attimo della giornata lavorativa a disposizione, nel rispetto delle esigenze di tutti i nostri collaboratori che adesso, con l’arrivo di agosto, meritano anche il giusto riposo». Riposo che sarà circoscritto alla settimana di ferragosto, giusto il tempo di rifiatare. «Non possiamo permetterci di sbagliare - sottolinea l’imprenditore -, nel rispetto del cliente che ci dà fiducia, nel rispetto dei nostri dipendenti che ogni giorno si alzano all’alba per essere puntuali all’apertura dei cantieri in ogni angolo della Sicilia e nel rispetto del nome della nostra azienda». Così non esistono ruoli dirigenziali in giacca e cravatta, soprattutto in questo periodo. Sono gli stessi titolari della ditta ad abbandonare la scrivania alle prime luci del mattino e ad indossare la tuta da lavoro, caricando furgoni e accendendo i motori. Con un leader che contemporaneamente tiene l’agenda e detta i tempi, che programma, istruisce, guida e consola. Perché lo scoramento non manca. La stanchezza avanza. Ma i sorrisi, quelli di chi sta al comando dell’impresa, non devono mancare mai. E tra una pacca sulla spalla, una maglietta intrisa di sudore, un carico di merce da gestire, un furgone che resta in panne in autostrada, le foto di fine lavori da scattare, le giornate di 24 ore volano via. Le pagine del calendario scorrono senza accorgersene. Settembre è alle porte. Ma quello che conta è motivare la squadra. Spingere tutti insieme. Sorridere insieme, soprattutto. E Domenico, con i suoi ragazzi, lo fa ogni giorno. Perché lui lo sa, dietro a quel sorriso si nascondono i loro successi. E quindi, avanti tutta, dritti verso la meta.

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