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Licenziamento collettivo al supermercato di Conca D'Oro, i sindacati: «Salvaguardiamo le 40 famiglie coinvolte»

Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs Uil: «La procedura si è chiusa negativamente e quindi con un mancato accordo»

Il centro commerciale Conca d'Oro di Palermo

«Il gruppo Abbate continua a opporsi all’utilizzo degli ammortizzatori sociali per provare a tutelare i livelli occupazionali. Contestiamo la procedura di licenziamento perché a nostro avviso ci sono dei presupposti di illegittimità e siamo pronti a opporci in ogni sede per salvaguardare le 40 famiglie coinvolte». Lo scrivono in una nota i sindacati Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs Uil che hanno preso parte ieri all’incontro all’Ispettorato del lavoro per espletare l’ultima fase della procedura di licenziamento collettivo avanzata dalla società Abbate Ipermercati nei confronti di 40 dipendenti del supermercato a insegna Spazio Conad presso il centro commerciale Conca d’Oro a Palermo.

«Nonostante le lotte sindacali e il supporto dei funzionari dell’ispettorato - scrivono le sigle - la procedura si è chiusa negativamente e quindi con un mancato accordo. Abbiamo nuovamente invitato l’azienda a ricorrere all’utilizzo degli ammortizzatori sociali conservativi adducendo tutte le opportunità a sostegno, ma senza successo». Per i sindacati non esistono i presupposti per chiudere positivamente la procedura.

«Nel corso dell’espletamento dell’esame congiunto - proseguono le segreterie guidate da Stefano Spitaleri, Giuseppe Aiello e Ida Saja - malgrado continue reitere, non sono stati forniti i dati richiesti, a titolo esemplificativo dell’esercizio di bilancio 2023 con l’avallo dei revisori, nonché il piano commerciale. Ciò non ha consentito di esercitare le prerogative che la legge 223/91 riconosce ai funzionari al controllo e alla verifica della bontà, correttezza e trasparenza delle informazioni fornite dall’azienda. Tale circostanza ha arrecato un evidente pregiudizio alla legittimità della procedura della quale si contesta preliminarmente la sussistenza dei requisiti formali, incluso quello numerico, e sostanziali previsti dalla legge per l’accesso alla procedura di licenziamento collettivo. I licenziamenti che ne scaturiranno verranno anch’essi contestati con forza in tutte le sedi preposte».

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