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Interdittive antimafia ignorate, a Palermo il Comune ferma dieci attività commerciali

C'è il parcheggio e c'è il B&B. Poi quattro ristoranti, negozi e minimarket. Lo Sportello unico ha fatto uno screening sui requisiti dei titolari e ha chiesto lumi alla Prefettura. Poi ha revocato le licenze

Lavoravano come se niente fosse, ricevendo clienti e commesse. Ma avevano ricevuto un’interdittiva antimafia e ora il Comune di Palermo ha anche revocato le licenze. Chiusura immediata per nove attività beccate dalla task force del Suap (Sportello unico delle attività produttive) tra i casellari giudiziari «positivi» ad anomalie: del provvedimento pendente sulla testa di queste imprese si è venuti a conoscenza solo grazie allo screening effettuato dall’amministrazione, che sta facendo la tac a titolari di ditte e locali con «discutibili» requisiti morali legati a condanne e precedenti penali. Richiesta alla Prefettura e da lì la conferma della incompatibilità con l’apertura.
Nel mirino dei controlli sono finite dieci attività, un parcheggio, quattro ristoranti o affini, un B&B, un commerciante, un altro nel settore vendita e noleggio auto e due minimarket.

Ma per quest'ultimo tipo di attività c'è dell'altro. Da tempo oggetto di proteste da parte dei titolari di locali per la concorrenza sleale (dato che vi si vende di tutto e fuori orario), è scattata la chiusura definitiva per sei minimarket che si trovano nel centro storico e che appunto davano alcolici anche ai minorenni, mentre per altri quattro è partita invece una sanzione. Questi interventi rientrano nelle restrizioni fissate nel nuovo regolamento Movida del Comune.

«Sono soddisfatto dell'importante lavoro svolto con i vigili e con tutte le forze dell'ordine - dice l’assessore comunale Giuliano Forzinetti - per contrastare le attività produttive irregolari e i fenomeni distorsivi del mercato, quali ad esempio i minimarket che fanno concorrenza sleale ai pubblici esercizi regolari. Dobbiamo supportare con tutte le nostre forze l'imprenditoria sana della nostra città, con regole chiare, sanzioni severe e progressive e controlli costanti». La polizia municipale è adesso in possesso di una App creata dal Suap che racchiude le informazioni documentali e geolocalizza l'esatta posizione di ogni attività in modo da potere snellire le procedure di controllo.

Nel caso delle interdittive antimafia, invece la procedura prevede che il Comune inserisca nel sistema informatico Bdna (banca dati nazionale antimafia) le richieste. La Prefettura poi avvia l'istruttoria. «Prima di noi, nessuno monitorava...», commenta Forzinetti, che ha avviato l’iniziativa più di un anno fa per mettere un freno all’anarchia totale e riportare la tanto richiesta legalità in pub e aziende che godono delle licenze concesse dal Comune stesso.

L'articolo 11 del Tulps prevede che le amministrazioni possano avere la discrezionalità di revocare le autorizzazioni a soggetti che abbiano riportato condanne di varia natura. La norma non elenca tutti i tipi di reato. Lo studio legale degli avvocati Ninni e Giuseppe Reina sta esaminando (gratuitamente) i reati da inserire in questo vademecum che verrà sottoposto al comitato ordine e sicurezza per la condivisione. Sono ancora oltre 1000 i casellari positivi da valutare.

«Da quando ci siamo insediati- spiega l’assessore - abbiamo portato avanti un percorso di sviluppo produttivo incentrato sulla legalità e sul rispetto delle regole attraverso controlli capillari, mai fatti con queste modalità all'interno del Comune. Gli uffici hanno svolto un grandissimo lavoro nonostante la carenza di personale, recependo e attuando le norme previste dal Tulps che consentono all'amministrazione di revocare le licenze per abuso del titolo o mancanza di buona condotta». Su quest'ultimo aspetto il Comune è il primo d'Italia ad adottare un vademecum con tutta una serie di reati che faranno scattare la mancanza di buona condotta e quindi la revoca oppure il mancato rilascio di licenze e autorizzazioni a tutti i soggetti che non rispetteranno questi stringenti requisiti. Forzinetti conta di definire il vademecum entro la fine del mese e poi portarlo in Prefettura per il via libera all’applicazione.

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