Questo sito contribuisce all’audience di Quotidiano Nazionale

Fratelli Nuccio, dopo 73 anni di gloria cala il sipario sull'industria dolciaria di Palermo

Una crisi difficile da scongiurare soprattutto dopo la pandemia. La famiglia aveva avviato anche un e-commerce per la vendita online dei prodotti, attivo con le consegne fino a qualche giorno fa

Dopo 73 anni cala il sipario sull’industria dolciaria Nuccio di Palermo. Una vita per il lavoro e il lavoro di una vita per cinque degli otto fratelli, Antonino, Giovanni, Giuseppe, Vincenzo ed Eugenio che alla morte del loro papà Salvatore, a maggio del 1951, costituirono una società che prese il nome di “Industria dolciaria fratelli Nuccio fu S.re s.n.c.”. L’annuncio della chiusura è arrivato come un fulmine a ciel sereno, questa mattina intorno alle 9,30, con un post lapidario su Facebook, con scritto semplicemente “Comunichiamo che l’attività sarà chiusa a tempo indeterminato”. In sei ore, si sono susseguiti quasi duecento commenti e oltre trenta condivisioni di clienti e amici amareggiati. Mentre la saracinesca è rimasta abbassata ma senza nessun annuncio cartaceo.

Una industria, quella dei fratelli Nuccio, che nel tempo è cresciuta, si è evoluta, è diventata punto di riferimento di pasticcerie e gelaterie dell’Isola. Ma non solo: Nuccio era anche un negozio al dettaglio irrinunciabile per chi è appassionato di dolci fatti in casa, con file interminabili sul marciapiede di corso Calatafimi soprattutto per le festività dei morti, per acquistare gli ingredienti per realizzare l’immancabile frutta di martorana o ancora le pecorelle, per Pasqua.
Gli anni ’50 e ’60 furono di grande sviluppo per l’azienda. Le conoscenze dei fratelli, che erano stati guidati dal padre Salvatore (che gestiva prima un negozio di alimentari e dolciumi), furono indispensabili per sviluppare vari prodotti in campo industriale. Nel 1968, ad esempio, fu acquistato un grande forno di trenta metri, che in quegli anni e nel decennio successivo risultò il più grande forno produttivo esistente nel meridione.

I cinque fratelli, secondo quanto si legge nella storia sul loro sito internet, avevano maturato conoscenze in vari settori produttivi: Antonino nella pasticceria, Giovanni negli acquisti e nelle vendite, Giuseppe nell’amministrazione, Vincenzo nella produzione dei confetti ed Eugenio nella produzione della frutta candita. E proprio la produzione della frutta candita è ciò che, più di ogni altro prodotto, ha reso l’industria dolciaria Nuccio un vero e proprio riferimento nel mondo della pasticceria. Il “Canale di zucca” rappresentò a partire dagli anni '60, il prodotto più importante e identificativo per la qualità esclusiva della lavorazione. Il termine “Canale” venne coniato dai fratelli per la somiglianza della fetta di zucca con la tegola siciliana chiamata in dialetto “Canale”. Un altro fiore all'occhiello, è stato il “Mandarino candito tardivo di Ciaculli” raccolto nel territorio di Ciaculli e oggi presidio slow food.

Al mercato in continua evoluzione che non ha fatto più registrare i numeri e le glorie del passato, con l’arrivo della pandemia, i fratelli Nuccio, con la collaborazione indispensabile di nipoti e pronipoti, hanno reagito con l'avvio un e-commerce per la vendita online dei prodotti. Un tocco di modernità che non è bastato a scongiurare la chiusura definitiva di un negozio storico, che ha così costretto i cinque fratelli a calare la testa davanti a una crisi economica sempre più inesorabile. Restano i ricordi, restano i bei momenti condivisi con la città. Il dolce scompare per sempre e lascia il posto all’amaro in bocca. Della famiglia Nuccio e della clientela di una vita.

Caricamento commenti

Commenta la notizia