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Formazione in Sicilia, l'attacco dei sindacati: «Sfumati 450 contratti a tempo indeterminato»

Giuseppe Messina, coordinatore regionale formazione professionale dell’Ugl Scuola: «Tutto saltato con l’eliminazione della norma che imponeva agli enti di stabilizzare il personale»

«Con l’eliminazione della norma che imponeva agli enti di stabilizzare il personale in forza con contratti atipici, che la stessa maggioranza aveva approvato solo due mesi fa, si impedisce l’assunzione a tempo indeterminato di almeno 450 operatori qualificati della formazione professionale». Lo scrive in una nota Giuseppe Messina, coordinatore regionale formazione professionale dell’Ugl Scuola.

«E siccome le nuove assunzioni prioritariamente devono essere individuate tra gli iscritti all’Albo regionale della formazione professionale – spiega Messina - si impedisce lo snellimento dello stesso. Senza parlare poi, della riqualificazione dei perdenti lavoro tra gli operatori dell’Albo, ferma da oltre cinque anni».

Secondo Messina «è distorto il racconto che si fa della formazione professionale in Sicilia. La politica esulta per aver tolto un macigno che gravava sugli enti formativi attraverso l’abrogazione del comma 2 dell’articolo 70 della legge 3 del 31 gennaio scorso. Ma non è esattamente così. Le quattro figure qualificate, previste dalla norma abrogata, ovvero il direttore di sede, il bidello, il tutor e l’amministrativo, sono indispensabili per le sedi formative delle scuole dei Mestieri. Siamo in disaccordo con quanto dichiarato dall'assessore Turano e con tutti quei politici che hanno votato l’abrogazione della norma, facendo un danno grave al sistema formativo siciliano».

Per l’Ugl «la formazione per adulti viene finanziata col contagocce e in discontinuità, pur essendo rilevante per colmare quel gap di competenze importante per agevolare la ricerca di un posto di lavoro. In tal modo, non è pensabile obbligare gli enti ad assumere a tempo indeterminato i lavoratori del settore».

Secondo Messina «oltre il danno, la beffa. Il governo regionale e il parlamento siciliano si sono assunti anche una grande responsabilità nell’aver eliminato, a fine gennaio scorso, il tetto massimo di finanziamento pubblico per ciascun ente in Sicilia perché hanno restituito al settore una gestione oligopolistica. A riprova di quanto affermato, i dati pubblicati nelle scorse ore sui corsi finanziati per i primi anni dell’anno scolastico 2023/2024 riferiti all’assolvimento dell’obbligo scolastico. Quattro enti formativi hanno conquistato i due terzi del budget complessivo e cioè 20 milioni circa sui 31 complessivi. Così facendo, gli enti medi e piccoli, che annoverano il personale assunto nel rispetto del contratto di lavoro, scompariranno in pochi anni».

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