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Vini, ecco le eccellenze dell’Isola

Presentato a Palazzo dei Normanni il volume in edicola da oggi realizzato in collaborazione con Slow Wine e con il sostegno della Fondazione Federico II. Un viaggio che coinvolge centoventi produttori

Un atteso ritorno in edicola, quello di «Vini di Sicilia 2024», l’annuale guida del Giornale di Sicilia in vendita a partire da oggi a 3,50 euro più il prezzo del quotidiano, realizzata per il settimo anno di fila in collaborazione con Slow Wine e per la prima volta sostenuta anche dalla Fondazione Federico II. Un viaggio straordinario tra le viti siciliane che mette insieme oltre centoventi produttori. Ieri la guida è stata presentata nella sala Mattarella di Palazzo dei Normanni alla presenza di decine di viticoltori venuti da ogni parte dell’isola che sono stati premiati, durante la cerimonia condotta da Salvo La Rosa, per i loro vini classificati Top. Volti emozionati nascosti dietro sorrisi che raccontano l’amore per «il mestiere più bello del mondo», lo ha definito Arianna Occhipinti dell’omonima azienda agricola con sede a Vittoria.

Presente alla cerimonia anche Lino Morgante, presidente e direttore editoriale del gruppo Ses Giornale di Sicilia-Gazzetta del Sud: «Il vino è una categoria dello spirito - ha detto - nasce con la cultura siciliana e mediterranea. Per questo la considero un’operazione culturale prima di ogni cosa. È una nostra tradizione, che appartiene al nostro Dna e quest’anno possiamo presentare più cantine. Il vino è un grande ambasciatore, oggi abbiamo etichette importanti e qualità straordinaria».

Concetti evidenziati anche dal direttore della Fondazione Federico II, Patrizia Monterosso: «Parliamo di cultura del nostro territorio, di saperi, di conoscenza, rispetto per l’ambiente e innovazione grazie alle nuove generazioni. L’epoca moderna ha diviso i saperi, pensando che la specializzazione comportasse una divisione dei saperi. La cultura è dimensione complessa dove arti, tecniche e cura della terra fanno parte di un avanzamento del cammino della nostra isola nel mondo».

La presentazione della guida, inoltre, è stata l’occasione per riflettere sulla sostenibilità del settore enologico attraverso un talk dal titolo «Sicilia, isola biodiversa e sostenibile» moderato dal direttore del Giornale di Sicilia, Marco Romano.

«Il comparto vitivinicolo è la punta di diamante della nostra biodiversità», ha detto Francesco Sottile, professore di arboricoltura e coltivazioni arboree dell’università di Palermo. «Le attività di queste cantine – ha aggiunto – sono espressione straordinaria della valorizzazione della biodiversità specialmente in un momento molto complicato nel quale la crisi climatica si fa sentire. Ma la speranza per un futuro migliore c’è».

La ricetta per sostenere le aziende la dà Edy Tamajo, assessore regionale alle Attività produttive: immettere liquidità nel settore. «Con il progetto Pofesr 21/27 - ha detto - stiamo finanziando il settore della ricerca e dell’innovazione per alzare la competitività della aziende. Dobbiamo aiutare le aziende siciliane a farsi conoscere nel mondo, a rafforzare il loro appeal anche fuori dalla Sicilia e dall’Italia». Tamajo ha annunciato che «quasi quattromila aziende avranno risorse regionali per affrontare l’incremento del costo energetico: per intenderci, copriremo il 100% di incremento dei costi».

Al suo fianco l’assessore regionale all’Agricoltura Luca Sammartino che, sottolineando le gravi conseguenze dei cambiamenti climatici, ha ragionato sull’importanza di una «crescita e di un’innovazione sul tema delle risorse idriche. Abbiamo la necessità di investire nelle nuove tecniche agronomiche e soprattutto orientare il mercato insieme ai produttori. L’agricoltura siciliana vale un miliardo del fatturato nell’isola e i fondi nazionali e comunitari accompagnano il comparto».

I produttori, però, non chiedono solo risorse ma anche «di salvaguardare la consapevolezza, il valore della collettività per continuare a dare bellezza a questa terra. La politica dovrebbe avere una visione più ampia che talvolta manca», ha detto Nino Barraco, viticoltore a Marsala. Consapevolezza che si può creare anche attraverso la formazione: “Abbiamo necessità di formare i viticoltori del futuro, di far confrontare gli agricoltori sulle sfide presenti e future da affrontare», ha precisato Arianna Occhipinti.

I giovani imprenditori che investono nel settore vinicolo siciliano non mancano. E sfogliando la guida si può toccare con mano l’amore e la dedizione per questo mondo. «La viticoltura siciliana è in crescita - ha detto Francesco Abate coautore della guida insieme a Giancarlo Gariglio - sia sotto il profilo qualitativo che dell’approccio dell’agricoltura. Abbiamo affrontato il tema della produzione sostenibile e si sta lavorando molto su questo aspetto e i risultati non si sono fatti attendere».

«Siamo ad oltre 130 aziende recensite – ha spiegato Alessandro Marra, redattore di Slow Wine - raggiungiamo sempre piccoli e giovani produttori, il comparto cresce e le prospettive non possono che essere rosee».

L’invito, dunque, è di acquistare la guida «Vini di Sicilia 2024». «C’è la necessità di continuare un percorso iniziato ormai quasi dieci anni fa – ha detto il direttore Marco Romano - in cui promuoviamo una delle eccellenze della nostra regione, che poi è anche un po’ la mission del nostro quotidiano, che denuncia ma promuove quando questo è meritevole di essere fatto. Le cantine sono cresciute sempre di più nel tempo e sono certificate da Slow Wine, cui sono affidate le recensioni e la classifica dei vini top».

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