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Palermo, il futuro di Amg in bilico: protestano i lavoratori dell'illuminazione, quattro ore di stop

Domenica 3 dicembre scade il contratto di servizio, lunedì si rischia la paralisi. Già organizzato un sit-in sotto Palazzo delle Aquile. «Con lo stesso budget - dicono i sindacati - il Comune attribuisce un carico di servizi in più. C'è il rischio di riportare l'azienda in negativo, presupposto per dire che non funziona e affidarla ai privati»

Assemblea straordinaria dei lavoratori della pubblica illuminazione di Amg Energia, presso la sede di via Tiro a Segno, a Palermo. Quattro ore di assemblea indetta da Filctem Cgil, Femca Cisl e Uiltec Uil per consentire ai lavoratori, che stamattina si sono fermati, di esprimere dissenso rispetto alle politiche dell’amministrazione comunale e di ascoltare le comunicazioni in proposito dei vertici aziendali. L’assemblea si è svolta nei locali del centro direzionale.

I lavoratori esprimono preoccupazione perché il 3 dicembre scadrà il contratto di servizio, che dopo due volte non è più prorogabile. A margine dell’incontro svoltosi in mattinata tra una delegazione e i vertici aziendali, dal momento che la giunta comunale non ha ancora messo in calendario l’approvazione della bozza del nuovo contratto di servizio, le organizzazioni sindacali hanno deciso di indire un’assemblea sit-in sotto Palazzo delle Aquile per lunedì prossimo, 4 dicembre, dalle 11 alle 14. Per dare il via alla proroga tecnica, occorre che entro domani la giunta comunale approvi la bozza di contratto di servizio, nelle more dell’approvazione del Consiglio comunale. Altrimenti da lunedì l’azienda senza contratto si fermerà completamente.

Ma non c’è solo questo. Andando nel merito, ci sono una serie di elementi su cui le organizzazioni sindacali di categoria di Cgil, Cisl e Uil vogliono capire con chiarezza, anche con riferimento al contrasto in atto tra i vertici aziendali e il Comune, «che intende confermare nel nuovo contratto il budget di 8 milioni di euro ma attribuendo un carico di servizi in più rispetto ai precedenti, con alcune clausole capestro che - è il timore che esprimono i segretari di Filctem, Femca e Uiltec - rischiano di stritolare l’azienda e riportarla in negativo, presupposto per dire che l’azienda non funziona e affidarla ai privati».

«Noi chiediamo che la giunta sani immediatamente, dal punto di vista formale, il vulnus e approvi la bozza di contratto per dare serenità ai lavoratori, che così dal 4 dicembre potranno continuare a lavorare. Contestualmente - dicono i segretari generali di Filctem Cgil Palermo, Femca Cisl Palermo Trapani e Uiltec Uil Calogero Guzzetta, Andrea Perrone e Maurizio Terrani - chiediamo di essere coinvolti per dire la nostra rispetto a un contratto di servizio secondo noi inadeguato, che non risponde ai bisogni della cittadinanza e non garantisce una seria programmazione futura dell’azienda, sia perché il budget previsto è insufficiente sia perchèéi servizi richiesti sono eccessivi rispetto alla consistenza del bando».

Un cambiamento in negativo, per fare un esempio, riguarderà le penali da pagare rispetto alla mancata accensione di un lampione. Rispetto al budget stabilito da Comune di 100 euro per ogni punto luce, se un lampione si spegne e non viene riparato entro i tempi previsti, l’azienda dovrà pagare 1.200 euro per ogni giorno di ritardo, a fronte anche di un organico aziendale «inadeguato». Un altro problema, tra i tanti che i sindacati evidenziano, riguarda i criteri dei costi, stabiliti da Consip, in base ai prezzi di mercato, per le riparazioni: quello di Palermo non è un impianto standard ma vetusto e spesso i pezzi di ricambio, dicono i sindacati, non si trovano.

Filctem, Femca e Uiltec non nascondono la loro preoccupazione di una «privatizzazione» del servizio. «Sappiamo che l’obiettivo per il piano di riequilibrio del Comune è che i servizi delle aziende siano tutti in attivo e che quelli in passivo debbano essere ceduti - aggiungono Guzzetta, Perrone e Terrani -. Amg è un’azienda nel suo complesso sana, con il saldo in positivo. È divisa in due rami, il Gas, che è in attivo, e l’Illuminazione pubblica, al momento in passivo, ma non basta questo per sostenere che il servizio debba essere dismesso. Senza un piano industriale che scaturisca da un contratto di servizio di lunga durata, non è possibile fare nuove assunzioni e soddisfare le richieste del socio unico. Noi riteniamo che serva un piano industriale e che l’azienda vada considerata in maniera integrale, con un unico bilancio. Non si può procedere scorporando un ramo secco dai rami floridi di un’azienda di per sé sana. Il tentativo invece ci sembra proprio questo: mettere Amg Energia in difficoltà per cederla a soggetti privati».

Nella bozza del contratto di servizio, secondo quanto apprendono i sindacati, è previsto che qualora uno dei due servizi vada in negativo, si bloccherebbe una serie di istituti tra i quali la contrattazione di secondo livello, ovvero gli straordinari.

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