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«Liberalizzare tutti i taxi in provincia», ma è rivolta a Palermo

L’Autorità dei trasporti: dai paesi il servizio deve arrivare in città. E monta la protesta

I tassisti palermitani sono sul piede di guerra. Si sentono minacciati da un regolamento della Città Metropolitana che, se passasse così com’è, darebbe a tutti i loro colleghi della provincia la possibilità di operare nel capoluogo. Un’apertura alla concorrenza, a beneficio della clientela, che fa tremare i 360 titolari di licenza, pronti a dare battaglia per evitare questa eventualità.

Tutto comincia quando l’ex Provincia, dopo una sentenza del Tar, si è dovuta dotare di un Regolamento per la disciplina del servizio di trasporto pubblico mediante taxi e noleggio con conducente: per questo ha chiesto un parere preventivo all’Autorità di regolazione dei trasporti. Il documento elaborato, sostanzialmente, consente ai taxi dei paesi di lavorare in città, ma solo dietro un apposito accordo fra i sindaci. Ma l’Authority ha sostanzialmente stravolto l’impianto, in senso meno restrittivo. E nella risposta che fornisce mette il mondo dei tassisti in fibrillazione.

Un servizio completo di Giancarlo Macaluso sul Giornale di Sicilia in edicola oggi

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