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Burocrazia e porti, Monti: «Lo sprint finale parte da Palermo»

Al Marina Convention Center di Palermo il convegno "Noi, il Mediterraneo"

«Lo sprint finale per la riforma portuale parte da Palermo». Così Pasqualino Monti, presidente dell’Autorità di Sistema portuale del Mare di Sicilia occidentale, è intervenuto alla quinta edizione del convegno "Noi, il Mediterraneo". L’iniziativa ospitata questa mattina (22 novembre) al Marina Convention Center, dove i relatori presenti, tra cui il viceministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Edoardo Rixi, hanno affrontato le problematiche, prime fra tutte la burocrazia, che stritolano i cantieri portuali d’Italia.

«Il cantiere della riforma portuale è aperto e ben presente nell’agenda politica - spiega Monti - e da Palermo parte lo sprint finale per dare un nuovo e più efficiente e competitivo governo ai porti italiani. In un Paese con un quarto del Pil prodotto dal mare, sul mare o in diretta connessione con il mare che però solo in tempi recentissimi sembra averlo riscoperto come chiave di lettura e asset principale non solo dei complessi equilibri geopolitici nel Mediterraneo ma anche dell’intera economia, del turismo, dell’industria, del commercio internazionale. La riforma delle Autorità portuali è fondamentale, ce lo impone il mercato. Serve un riordino che faciliti il sistema di gestione del porti, che provveda alla semplificazione dei processi, altrimenti non saremo mai competitivi».

L’idea di Monti è quella di riportare a Roma il centro decisionale della portualità e della logistica, ridimensionare le interferenze delle Regioni e creare una società a pieno controllo pubblico, ma aperta al mercato. Il modello è quello di un Enav della portualità. Tra le priorità, c’è quella di intervenire per snellire la burocrazia e accorciare i tempi per gli interventi sui porti.

«Serve un soggetto centrale che coordini il piano nazionale dell'intermodalità e decida quali interventi finanziare e approvare - conclude Monti -. Certamente, va abbattuto il livello di burocrazia che impedisce di essere tempestivi e competitivi».

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