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Progetti Pnrr, Palermo rischia su tre asili e sull'approdo della tonnara Bordonaro

Difficile realizzare i progetti entro il 30 giugno 2026

L'esterno della Tonnara Bordonaro

Ci sono sette progetti finanziati con il Pnrr a Palermo che hanno altissime possibilità di perdere i finanziamenti. Sono il ripristino dell’approdo della tonnara Bordonaro (nella foto), la riqualificazione degli asili di via Evangelista Di Blasi e di via Carmelo Lazzaro, il nuovo asilo nido di via Altofonte, l’ex refettorio dell’Istituto Montalcini nel plesso scolastico Borsellino, l’intervento su logistica per settori agroalimentari, pesca e vivaismo e il progetto Esperienza del cittadino nei servizi pubblici.

I progetti, per complessivi 17 milioni, con buona probabilità non potranno beneficiare del Piano nazionale di ripresa e resilienza che per Palermo ha messo a disposizione 312 milioni. Per loro la tabella comunale prevede il colore rosso. Difficilmente potrà essere rispettata la scadenza del 30 giugno 2026 prevista dal Pnrr.

L’area comunale di programmazione e monitoraggio dei fondi extracomunitari ha redatto un quadro complessivo delle risorse del Pnrr. La relazione è stata depositata al Consiglio comunale ieri, 15 novembre, dal sindaco Roberto Lagalla, che è stato chiamato a informare l'assemblea sullo stato di avanzamento. Il sindaco ha sostanzialmente fatto una suddivisione dei 59 progetti complessivi con una colorazione differente a seconda del rischio che corrono. Ce ne sono 24 in verde, cioè che procedono senza intoppi per un valore complessivo di 170 milioni, 28 in giallo (8 solamente ai servizi sociali) per 124 milioni, cioè con problemi da risolvere soprattutto per i ritardi accumulati, e 7 in rosso, colore dell'allarme, concentrati soprattutto nell'area dell'edilizia scolastica per circa 17 milioni. Gli appalti sono concentrati su verde urbano (7,7 milioni), servizi sociali (7,1), logistica (10), mobilità (119), edilizia scolastica (13,2), innovazione (10), ambiente (60), piani urbani integrati (47) e beni confiscati (10 milioni).

La strategia del Comune è, in linea generale, che là dove ci siano difficoltà particolarmente rilevanti, di recuperare con altre linee di finanziamento in accordo con il ministro delegato al Pnrr, Raffaele Fitto. Anche se il primo cittadino sostanzialmente lascia che alla fine si dovrà arrivare per forza a un compromesso da parte della Unione europea per le difficoltà che in generale si stanno registrando.

«C’erano anche oltre 400 milioni per il completamento dell’anello tranviario - ha spiegato Lagalla - ma abbiamo chiesto che fosse espunto dal conteggio del Pnrr per il fatto che è impossibile che si possano chiudere i lavori entro la fine del 2026. Per cui il governo, che ha condiviso le nostre preoccupazioni, ha spostato su un’altra linea il finanziamento». Lagalla ha ringraziato per lo sforzo organizzativo gli uffici ,«benché abbiano forti carenze di personale».

Molto soft i movimenti d’aula delle opposizioni. Giuseppe Lupo (Pd) ha ritenuto la relazione di Lagalla «chiara anche se non esaustiva perché sarebbe stato impossibile» e ha invitato a fare in modo che i progetti in «codice giallo», cioè in zona pericolo, possano passare nella zona verde di sicurezza. Sulla stessa lunghezza d’onda la collega di partito Teresa Piccione: «Relazione importante perché qua siamo molto preoccupati per i tempi stringenti previsti dalla normativa». E anche Carmelo Miceli, del gruppo Misto, ha invece espresso il timore che alla fine della fiera «l’Europa non cambierà i termini di conclusione degli interventi e allora forse è il caso di ragionare di ri-aggiornare con senso di responsabilità la lista della spesa».

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