Questo sito contribuisce all’audience di Quotidiano Nazionale

Rischio corruzione, la Corte dei Conti bacchetta la Regione Siciliana: «Più controlli sugli appalti del Pnrr»

Per i giudici occorre «incrementare le risorse umane e informatiche». Il consiglio è di avere un referente unico per l'attuazione delle opere

Per la Corte dei Conti la Regione Siciliana deve «incrementare considerevolmente gli atti oggetto di controllo successivo di regolarità amministrativa con particolare riferimento alla fase di attuazione del Pnrr (Piano nazionale di ripresa e resilienza), in cui assume una rilevanza strategica il controllo di legalità sulle aree ad alto rischio corruzione, quale quella sugli appalti pubblici». Il monito è contenuto nella delibera con cui la Sezione regionale di controllo della Corte dei Conti ha approvato la relazione della Regione nell’ambito del contraddittorio sul rendiconto per il 2021 accertando «la parziale adeguatezza del sistema integrato dei controlli interni della Regione». La delibera, a firma del presidente Salvatore Pilato è stata trasmessa nei giorni scorsi al presidente dela Regione, al presidente dell’Ars e al presidente del Collegio dei revisori dei conti della Regione.

Il 13 novembre, alle 10, è in programma la pre-parifica del rendiconto della Regione Siciliana per il 2021. L’adunanza, a porte chiuse, si terrà nella sede della Corte dei Conti, in via Notarbartolo a Palermo.

Sul fronte della lotta alla corruzione, la Corte dei Conti invita la Regione «a concludere la mappatura delle aree di rischio per i diversi processi dell’attività amministrativa, al fine di non pregiudicare in tal modo l’effettiva attività di prevenzione dei rischi di corruzione», ad «incrementare le risorse umane e informatiche, per garantire la completa ed efficace attuazione delle disposizioni normative connesse alla prevenzione dei rischi corruttivi e alla trasparenza dell’azione amministrativa» e a «procedere a una complessiva e riepilogativa rilevazione dei risultati realizzati sulle misure di prevenzione, che metta, puntualmente, in evidenza il collegamento di esiti e strutture coinvolte alle fasi di attuazione e agli strumenti di rilevazione contenute nelle tabelle di programmazione del Ptpc, al fine di garantire l’esatta rispondenza tra programmi di prevenzione e risultati conseguiti».

Per quanto riguarda il controllo sugli organismi partecipati, i giudici suggeriscono di «valutare la costituzione di un presidio organizzativo centralizzato, avente funzioni di indirizzo e coordinamento in materia di riordino, riorganizzazione e controllo degli enti dipendenti e delle società partecipate in modo totalitario dalla Regione».

«A tal riguardo - si legge nella delibera - è auspicabile la costituzione di un’unica cabina di regia per il monitoraggio dei contratti di servizio sottoscritti dalle varie articolazioni dell’amministrazione e dai suoi organismi partecipati, al fine di contenere i costi complessivamente posti a carico del bilancio regionale, anche in relazione ai costi di funzionamento di enti e società». E «creare un sistema informativo che consenta di rilevare i rapporti finanziari, economici e patrimoniali tra la Regione e le sue società partecipate, ed emanare specifici atti di indirizzo per la verifica della riconciliazione dei reciproci rapporti creditori e debitori».

In riferimento alle performance e alla valutazione dei dirigenti regionali, per i giudici contabili sarebbe necessario «creare un adeguato collegamento alla programmazione definita con il Defr, sia dal punto di vista qualitativo (obiettivi da raggiungere) che in riferimento alla capacità di utilizzo delle risorse assegnate; evidenziare, distintamente, le correlazioni di obiettivi e indicatori con i requisiti previsti dalle disposizioni normative di riferimento e richiamati nel documento che disciplina il Smvp; estendere il vigente sistema di misurazione e valutazione della performance dell’amministrazione regionale alle agenzie strumentali regionali; differenziare, adeguatamente, la valutazione del management dell’ente». La Corte dei Conti suggerisce alla Regione Siciliana di individuare «un responsabile/referente unico per l’attuazione dei progetti finanziati da fondi Pnrr che garantisca alle amministrazioni centrali, titolari degli interventi a regia, l’invio, nei tempi previsti, delle informazioni sullo stato di avanzamento procedurale, finanziario e fisico degli interventi del Pnrr, ai fini del monitoraggio da parte dell’Unità centrale di Audit presso il Mef, e della rendicontazione semestrale all’Ue». E «a prevedere specifici reports, indirizzati agli organi direzionali, al fine di monitorare, nel corso della gestione, il grado di conseguimento delle misure previste dal Pnrr, e il rispetto dei tempi programmati».

In merito ai controlli sull’attuazione dei progetti del Pnrr, la Corte, nel documento, invita inoltre l’amministrazione regionale «a prevedere una omogenea metodologia, prevedendo una forma di intervento sostitutivo, nel caso di ritardo e/o inadempimento dei dipartimenti nell’attivazione dei controlli, nonché delle forme di verifica sull’adeguatezza del sistema di controllo adottato a livello di ciascun dipartimento». E «a prevedere l’operatività e l’interscambiabilità del sistema informativo regionale con la piattaforma nazionale, stante che i sistemi informativi non integrano, tempestivamente, i flussi informativi a supporto della funzione strategica e di quella gestionale, al fine di verificare in corso d’opera il conseguimento degli obiettivi del Pnrr nei tempi programmati, oppure di consentire la rapida adozione degli interventi correttivi».

Caricamento commenti

Commenta la notizia