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Artigianato, in Sicilia crescono gli aiuti a imprese e lavoratori

Grazie alla collaborazione bilaterale più interventi economici per tutti: i trent'anni dell'Ebas, l'ente che gestisce queste risorse

Sempre più soldi per imprese e lavoratori dell’artigianato e all’orizzonte prestazioni welfare anche per i titolari di aziende, soci e collaboratori. L’Ebas, l'ente bilaterale artigianato siciliano, compie trent’anni e celebra un successo che, purtroppo, è emerso soltanto durante il periodo pandemico, quando si è fatto baluardo fronteggiando la cassa integrazione per un valore di 100 milioni di euro. Nell’aula magna Vincenzo Li Donni, al dipartimento di Scienze economiche all’Università di Palermo, il confronto con la politica e le parti sociali.

Oggi, questa esperienza si è trasformata in una opportunità di welfare per imprese e lavoratori con sostegno alla natalità e alla prima infanzia con contributi a fondo perduto, sostegno alle persone con disabilità, formazione individuale per l’inserimento lavorativo delle donne e delle persone, «insomma tutti quei temi che sono indispensabili da sviluppare perché l’economia siciliana possa avvantaggiarsene - spiega Rosanna La Placa, vice presidente Ebas - vogliamo sostenere attraverso un nuovo modello di relazioni sindacali lo sviluppo delle imprese attraverso l’innovazione tecnologica e la digitalizzazione perché questo made in Italy possa diventare attrattivo per i giovani e le donne, trasformando questi mestieri in lavori sempre più inclusivi».

«Abbiamo davanti obiettivi di crescita importanti da raggiungere - ha detto la presidente dell’Ebas, Florinda Scala - Siamo ancora ad un terzo delle aziende che dovrebbero essere iscritte, in Sicilia ci sono oltre 24.000 imprese con dipendenti nel settore artigiano non edile e noi attualmente ne abbiamo solo 9.000. Nella nostra regione manca ancora una adeguata educazione alla bilateralità e all’applicazione integrale dei Ccnl, occorre intervenire sul fronte culturale».

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