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Passante ferroviario di Palermo, protestano i residenti di viale delle Alpi: «Murati dai lavori»

Sono svariate le attività commerciali e oltre 500 le famiglie che saranno coinvolte nel cantiere di una delle opere più importanti per la città

«Non ci opponiamo di certo alla realizzazione dell’opera, ma vogliamo sapere i termini certi dei lavori. Al momento siamo all’oscuro di tutto». I lavori in viale delle Alpi per la realizzazione della fermata «Lazio» del passante ferroviario sono iniziati ma ai residenti della zona non sono mai arrivate comunicazioni. Sono svariate le attività commerciali e oltre 500 le famiglie che saranno coinvolte nel cantiere di una delle opere più importanti per la città di Palermo: lavori che dovrebbero durare circa 3 anni e mezzo, sempre che tutto vada come previsto. E siccome l’esperienza insegna, alcuni imprenditori e residenti della zona hanno formato un comitato, Comitato viale delle Alpi, attraverso il quale reclamano i loro diritti.

Dall’oggi al domani, dall’incrocio di viale Lazio fino al numero 48 della via, abitanti e commercianti hanno visto abbattere alberi, prendere misurazioni propedeutiche al cantiere fin dentro le proprietà private fino ad arrivare all’inizio dei lavori, che si svolgono anche all’interno del cortile della scuola elementare Tomaselli, dove oggi bambini e operai si trovano a poche decine di metri, senza mai essere informati dei passaggi compiuti dall’azienda incaricata da Italferr. «Non abbiamo avuto nessuna comunicazione - ha sottolinea Guglielmo Namio, presidente del comitato da poco costituito - noi non siamo contro l’opera: il progresso passa anche da questo e noi non ci opporremo, ma vorremmo garantita la staticità degli edifici interessati, la continuità dei sotto servizi, l’accesso agevole e agli edifici e attività commerciali, che durante l’esecuzione dei lavori venga garantita la massima illuminazione la massima vigilanza e che si tenga conto delle esigenze».

Residenti e titolari di esercizi commerciali hanno inviato alla seconda Commissione consiliare che si occupa dell’urbanistica una lista di richieste ed un incontro con l’impresa e Italferr per poter comprendere al meglio il destino a cui dovranno andare incontro per i prossimi anni: «Io ho una farmacia - ha raccontato Paolo Domè - subiremo sicuramente danno economico ma vogliamo sapere i confini della nostra libertà: lamentiamo l’assenza da parte dell’azienda e delle istituzione di indicazioni precise, da dove cominci il loro dominio e dove finisce quello nostro. Quello che apprendiamo arriva da alcuni operai che magari ci raccontano qualcosa e lo condividiamo tra di noi, ma non si può andare avanti così. Abbiamo trovato anche segni di misurazioni all’interno dei nostri portoni, allora mi chiedo questi lavori travalicano quelli che sono i confini dell’area comunale». Ad allarmare ancor di più i residenti saranno le paratie che verrano utilizzare per i lavori: «Saremo murati - denuncia Valeria Viola - con conseguenze legate alla nostra sicurezza e incolumità: da sempre la nostra farmacia è stata oggetto dei desideri di ladri e criminali, quindi mi chiedo cosa si farà in questo caso».

Ad intervenire sul caso ci pensa il consigliere comunale di Oso Giulia Argiroffi, che nel 2016 curò le relazioni tecniche da cui poi scaturì la variante di progetto a causa della scarsa tenuta che avrebbe avuto l’edifico scolastico: «Ieri c’è stata una conferenza di capi gruppo - ha spiegato - ed ha accettato la proposta di trattare il tema dei cantieri aperti in città tra cui anche viale delle Alpi. È indubbio che i residenti e gli imprenditori non siano stati informati minimamente, così come non è stata interpellata la commissione che si occupa dei lavori pubblici e di mobilità. Ora ci ritroviamo un’ordinanza che modifica la viabilità propria per la presenza del cantiere. Adesso ci saranno cittadini ostaggio di un cantiere che non segue il rispetto verso la comunità della zona».

E si concentra sulla scuola: «Si, per legge - spiega - all’inizio dei lavori pubblici bidona redigere dei documenti che si chiamano testimoniali di stato che documentano lo stato dei luoghi prima dell'inizio delle opere per vedere se intanto gli edifici possono sopportare le conseguenze dei lavori e poi per individuare eventuali danni. Dai sopralluoghi originari - prosegue - risultava un quadro negativo. Adesso dicono siano stati fatti dei lavori di cui però non abbiamo contezza quindi approfondiremo».

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