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Palermo, la vertenza Almaviva al ministero: a rischio 700 lavoratori

I sindacati: «Gli impegni finora sono stati disattesi». La maggior parte sono ex operatori del servizio «1500» attivato per l'emergenza Covid

Una protesta di Almaviva (foto Fucarini)

Si terrà alle 15 al Mimit l’incontro tra Almaviva e i sindacati Slc-Cgil, Fistel-Cisl, Uilcom-Uil per discutere dei 700 lavoratori, tra questi quelli dei call center di Palermo, in cassa integrazione a zero ore, dunque a rischio licenziamento. La maggior parte di loro sono ex operatori «1500», il numero verde di pubblica utilità attivato il 27 gennaio 2020 dal ministero della Salute per rispondere ai dubbi della cittadinanza sull’emergenza Covid-19

«Stando agli impegni presi dalla committenza pubblica (e finora disattesi), il 1500 sarebbe dovuto diventare un servizio strutturato per la gestione delle emergenze sanitarie e garantire la continuità occupazionale di circa 200-400 lavoratori. Un progetto che però si è arenato nei meandri delle burocrazie interministeriali», afferma Daniele Carchidi della Slc-Cgil.

«Oggi - aggiunge Carchidi - in previsione della scadenza dell’ammortizzatore sociale, al governo chiederemo di saturare tutti gli esuberi, partendo dalla richiesta del mantenimento degli impegni assunti dal Ministero della Salute prevedendo ulteriormente percorsi di formazione mirati e il coinvolgimento di aziende a partecipazione statale».

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