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Regione Siciliana, 41 milioni per gli straordinari dei funzionari

I fondi stanziati dall’assessorato alla Funzione pubblica anche per le indennità extra per oltre diecimila dipendenti. Ma serve un accordo coi sindacati e c’è il nodo contratto

Una pioggia di milioni in arrivo per i regionali. Il governo ha firmato il decreto che permette di erogare in tempi brevi circa 41 milioni per gli straordinari e le indennità extra ai 10.436 funzionari. L’assessorato alla Funzione pubblica, guidato da Andrea Messina, ha messo sul piatto lo stesso budget dell’anno scorso. Si tratta del fondo Ford, destinato al lavoro straordinario svolto in questo 2023 dal solo comparto non dirigenziale.

Per erogare questi soldi è necessario un accordo fra l’Aran (l’Agenzia per la contrattazione nel pubblico impiego) e i sindacati: un modo per concordare quanto andrà a ogni singolo ufficio. Firmata questa intesa, i fondi verranno poi erogati entro fine anno. E l’Aran vorrebbe sfruttare questo confronto obbligatorio per fare ripartire le trattative sul rinnovo del contratto, arenatesi da oltre un anno per l’impossibilità di procedere parallelamente anche alla riclassificazione che permetterebbe al personale delle fasce più basse (A e B) di salire verso quelle meglio retribuite.

«Insieme a quella per gli accordi sugli straordinari - esordisce Accursio Gallo, commissario dell’Aran - farò la convocazione dei sindacati anche per riprendere le trattative sul rinnovo del contratto. L’intenzione del governo, e quindi dell’Aran, è sempre quella di arrivare a un rinnovo che è già avvenuto in tutte le altre Regioni italiane e per il quale sono da tempo disponibili una cinquantina di milioni che assicurerebbero aumenti di qualche centinaio di euro e arretrati una tantum che oscillano fra i mille e i duemila euro a seconda della categoria». Gallo resta dell’opinione che si possa firmare un rinnovo contrattuale stralciando la trattativa sulla riclassificazione: «Schifani ha preso a cuore questa vicenda e ha già detto che discuterà con il ministero la possibilità di fare la riclassificazione, visto che si tratta di una operazione soggetta a limiti di legge nazionali. Ma intanto si può andare avanti sugli accordi economici». Come già era avvenuto all’inizio di agosto, quando Gallo fece appello ai sindacati per tornare al tavolo, anche stavolta la risposta delle principali sigle è gelida. I Cobas, guidati da Dario Matranga e Marcello Minio, si dicono disponibili a discutere degli straordinari ma prendono tempo rispetto alla ripresa delle trattative sul contratto.

Di più. La ritrovata unità fra autonomi e confederali sul fronte della riclassificazione ha già portato a convocare per venerdì una riunione, che doveva restare segreta, per decidere iniziative comuni per spingere la vertenza. Il rischio dietro l’angolo è che invece della ripresa delle trattative scatti una fase di grande conflittualità. Ecco perché la Uil chiede a Schifani di avocare a sé il caso: «Giusta la richiesta di incontro dell’Aran sul Ford, lo apprezziamo ma in ogni caso è un atto dovuto - affermano Gianni Borrelli e Maurizio Camarda -. Per questa organizzazione sindacale la priorità, a prescindere dai fondi da destinare a straordinari, resta il rinnovo del contratto fermo al 2018. È urgente un incontro con il presidente Schifani a cui chiediamo di intervenire per sbloccare questa situazione». E pure la Cisl, con Paolo Montera, resta fredda: «Per noi non ci sono le condizioni per discutere del nuovo contratto visto che l’Aran non è ancora con gli organismi al completo».

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