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Blackout a Palermo, ora Confcommercio chiede i danni: avviata azione legale

L'associazione parla di «precise responsabilità che non possono essere nascoste dietro il comodo alibi delle temperature eccezionali»

Patrizia Di Dio

«Dietro i blackout dei giorni scorsi ci sono precise responsabilità che non possono essere nascoste dietro il comodo alibi delle temperature eccezionali. I gravissimi danni economici subiti dalle imprese del commercio, del turismo e dei servizi, che a Palermo ammontano a svariati milioni di euro ma che hanno riguardato tutto il territorio siciliano, potevano e dovevano essere evitati. Ancora una volta siamo stati penalizzati da arretratezza e sottosviluppo infrastrutturale, come confermano le statistiche che vedono la nostra regione al primo posto per numero di interruzioni di energia e tempi di sospensione del servizio». Lo dice Patrizia Di Dio, presidente di Confcommercio Palermo, che parla di «grave inefficienza nel servizio di distribuzione ed erogazione di energia elettrica» e annuncia «di avere dato mandato allo studio Palmigiano e associati di intraprendere, in nome e per conto delle categorie rappresentate, tutte le azioni che si rendessero necessarie per il risarcimento alle imprese dei danni subiti».

È già stata inviata una diffida alla presidente di E-distribuzione Francesca Romana Napolitano e all’amministratore delegato Vincenzo Raineri, ai vertici dell’Arera, e per conoscenza al governo regionale e al sindaco di Palermo nella quale si sottolinea «come la prolungata interruzione nell’erogazione di energia elettrica, oltre a creare effetti a catena come la mancanza d’acqua, abbia provocato in molti casi la paralisi dell’attività aziendale con il pagamento a vuoto del personale, il danneggiamento agli impianti e alle apparecchiature elettroniche, talvolta anche con conseguente perdita di dati, e abbia costretto le aziende alimentari alla distruzione di un ingente quantitativo di merce andata a male».

«Gli sbalzi di tensione, le gravi e continue interruzioni dell’utenza - è scritto nella diffida - nonché la mancanza di preavviso configurano un grave inadempimento agli obblighi contrattuali di fornitura assunti nei confronti degli utenti finali e di gestione della rete».

Da qui la richiesta di risarcire le aziende per i danni subiti e le spese sostenute in conseguenza dell’interruzione. Ma non solo. Si chiede di far luce sulle inadempienze e sulla mancata realizzazione degli investimenti programmati e di conoscere quali sono gli impegni reali indispensabili per l’adeguamento della rete elettrica.

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