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Regione Siciliana, il salasso dei palazzi in affitto: una partita da 45 milioni di euro

Il dipartimento delle Finanze stacca un primo assegno per 33 immobili venduti e ripresi in locazione. Una vicenda che nasce con la vendita di 33 immobili in epoca Cuffaro

Assessorato economia Regione Siciliana Palermo

Il primo decreto vale 8 milioni e 653 mila euro ed è stato firmato venerdì, un secondo di importo leggermente superiore verrà emesso a giorni portando così la spesa della Regione Siciliana a 17.341.426 euro per 15 mesi di affitto di 33 immobili venduti e poi ripresi in locazione nel 2007. Ed è, questa sequenza di provvedimenti, l’ultimo atto di una guerra dei palazzi che sta arrivando alle battute finali e che fa registrare cifre da capogiro.

I 17 milioni che il dirigente generale del dipartimento Finanze, Silvio Cuffaro, sta impegnando per gli affitti dei palazzi in cui hanno sede gli assessorati e vari altri uffici pubblici sono la punta dell’iceberg di una partita che vale 45.214.590 euro. Somme che in gran parte la Regione potrebbe riscuotere invece di dover versare.

E qui bisogna fare un passo indietro di 16 anni. Fino al periodo in cui il fratello di Silvio Cuffaro, il più famoso Totò, decise di vendere 33 palazzi della Regione per far cassa. Era il marzo del 2007. Ad acquistare fu il fondo Pirelli Real Estate, poi trasformatosi nell’attuale Prelios. La Regione targata Cuffaro si impegnò a vendere e a riaffittare subito i palazzi per un canone annuo di 20,9 milioni. Operazione ampiamente criticata dalla Corte dei Conti e spesso finita al centro di indagini. In ogni caso, si andò avanti così fino al 2013.

Da questa data in poi però la Regione comincia a rivendicare uno sconto sull’affitto. Siamo in piena epoca Crocetta e viene varata una legge, mai impugnata, che determina una riduzione dei canoni di almeno il 5% all’anno. È, questo, lo spartiacque della vicenda. Che, senza tanto clamore, ha portato a una guerra giudiziaria che va avanti ormai da oltre tre anni. Dal 2020 infatti la Regione prova a non pagare per intero la rata fatturata da Prelios, che a sua volta procede con decreti ingiuntivi applicando anche salatissimi interessi di mora. L’ultimo decreto ingiuntivo impone alla Regione di versare 30 milioni e 382 mila euro più gli interessi di mora. A questo decreto la Regione ha risposto che in realtà è Prelios che dovrebbe restituire alle casse siciliane 45.214.590 euro per i canoni pagati («per errore» si legge nel decreto) senza rispettare il taglio deciso nel 2013.

Da qui in poi Prelios e Regione si sono parlati solo in tribunale e per carte bollate. Tra l’altro la Regione risulta anche socia al 35% del fondo immobiliare. Va detto che finora l’esito del contenzioso è stato altalenante: in primo grado il Tribunale Civile ha riconosciuto alla Regione il diritto allo sconto del 5% annuo dal 2013 ma ha riconosciuto anche a Prelios gli interessi di mora per i mancati pagamenti dal 2020.

Il risultato è una mediazione che l’assessore all’Economia, Marco Falcone, ha messo in atto in questi giorni, forte di un parare dell’Avvocatura dello Stato. La Regione si impegna a pagare l’intero canone del 2022 e il primo trimestre del 2023: sborsando appunto gli oltre 17 milioni dei due decreti alla firma di Cuffaro junior. Prelios si impegna a sua volta a offrire alla Regione una garanzia a suo favore in caso di sconfitta in tribunale: il fondo ha iscritto una ipoteca di secondo grado su tutti i 33 immobili a favore dell’assessorato all’Economia. La cui sede di via Notarbartolo a Palermo, va detto solo per curiosità, è una delle 33 vendute a Prelios.

Nel frattempo, la sentenza di primo grado ha permesso almeno di rideterminare il canone annuo in 13.476.291 euro, che è molto meno dei 20 milioni iniziali ma rappresenta ugualmente una cifra monstre per palazzi che erano di proprietà della Regione, che sono stati venduti e poi riaffittati e che ora potrebbero perfino tornare in proprietà della stessa Regione. E questo sarà l’atto finale della guerra per i palazzi, previsto per il prossimo inverno. «A fine anno - ha spiegato ieri l’assessore Marco Falcone - il fondo Prelios scade. Dunque, bisognerà valutare alcune opzioni. Si potrebbe prorogarne la gestione per un po’ o siglare un nuovo patto con la Regione a canoni più vantaggiosi. Oppure si potrebbe decidere di riacquistare i principali palazzi investendo delle somme e risparmiando in prospettiva sugli affitti. Ne stiamo già parlando in giunta». Tanto più che il fatto di essere socia al 35% di Prelios già adesso dà garanzia alla Regione di ritornare in possesso di alcuni palazzi senza doverli ripagare per effetto della scadenza del fondo: bisognerebbe solo accordarsi su quali immobili, in base al valore, torneranno automaticamente. Tra l’altro, dettagli non irrilevante, il progetto della Regione di costruire un centro direzionale dove trasferire tutti gli uffici, al costo di 428 milioni, è recentemente naufragato. Quei palazzi quindi mantengono e manterranno la loro attuale utilità.

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