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In Sicilia l'edilizia meglio degli anni pre-Covid, l'inflazione altissima fa calare il potere d'acquisto delle famiglie

Presentato nella sede di Palermo della Banca d’Italia il rapporto annuale sull'andamento dell'economia nell'Isola

Nel 2022 in Sicilia l’occupazione ha continuato a crescere anche se in misura insufficiente a riassorbire completamente gli effetti della pandemia. Solo nel settore dell’edilizia - cresciuto grazie anche al notevole incremento dei bandi pubblici e alla connessione con l’esecuzione del Pnrr - il numero degli occupati è risultato superiore a quello del 2019. L’incremento del tasso di occupazione si è associato a una diminuzione di quello di disoccupazione che rimane però a livelli doppi rispetto alla media nazionale.

È quanto emerge dal rapporto annuale sull’andamento dell’economia siciliana, presentato oggi nella sede di Palermo della Banca d’Italia. Alla presentazione hanno partecipato il direttore della sede di Palermo di Banca d’Italia Emanuele Alagna, il titolare della divisione Aret Antonio Lo Nardo e sostituto della divisione Aret Giuseppe Saporito.

Il reddito delle famiglie siciliane nel 2022 è cresciuto del 5,6%, ma l’elevato tasso di inflazione ne ha determinato una contrazione dell’1,3% in termini reali. I consumi hanno proseguito la ripresa avviata nel 2021; i rincari e il deterioramento del clima di fiducia, hanno impedito il pieno recupero rispetto al periodo pre-pandemia. L’aumento dei prezzi ha avuto ripercussioni più consistenti sulle famiglie meno abbienti, il cui paniere di spesa è composto in misura maggiore dai beni e dai servizi che hanno subito i rincari più elevati. La crescita dei finanziamenti alle famiglie è proseguita sia per il credito al consumo sia per i prestiti per l’acquisto della prima casa. A seguito dell’aumento dei tassi di interesse, nella seconda parte dell’anno, le nuove erogazioni di mutui sono diminuite.

A fine del 2022 in Sicilia l’inflazione su dodici mesi, misurata dall’indice dei prezzi al consumo per l’intera collettività, si è attestata al 14,2 per cento, vicina al picco massimo raggiunto a ottobre. L’aumento dei prezzi, che ha coinvolto tutte le voci di spesa, è stato sostenuto soprattutto, dai prodotti alimentari (che hanno contribuito alla variazione per 3,2 punti percentuali) e dalle spese per l’abitazione e le utenze (8 punti). Quest’ultima componente di spesa include energia elettrica e gas, i cui prezzi al consumo sono più che raddoppiati rispetto all’anno prima. Anche la voce di spesa relativa ai trasporti e quella per i servizi ricettivi e di ristorazione hanno fornito un contributo significativo. Nei primi mesi di quest’anno l’inflazione si è ridotta, pur rimanendo su livelli elevati nel confronto storico. A marzo del 2023 in Sicilia l’indice dei prezzi risultava in crescita dell’8,3 per cento sui dodici mesi.

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