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Cna: imprese palermitane in crisi per i crediti bloccati del Superbonus

Operai edili al lavoro sulla facciata di un palazzo ricoperto da ponteggi, Milano, 14 giugno 2022. ANSA/DANIEL DAL ZENNARO

«Il rischio è altissimo: un pesante sconvolgimento per l’economia palermitana e siciliana con danni irrimediabili per l’intera filiera legata al settore dell’edilizia, compresi i progettisti, i tecnici, senza tralasciare i committenti. Il decreto approvato dal Consiglio dei ministri assesta un durissimo colpo al sistema di incentivazione per la riqualificazione e messa in sicurezza del patrimonio immobiliare privato». E’ quanto sostiene la Cna Palermo critica nei confronti del governo «dopo la decisione, a sorpresa, di vietare, i bonus edilizi, la cessione del credito e lo sconto in fattura, oltre che la possibilità da parte degli enti locali di acquistare i crediti fiscali incagliati».

Con la piattaforma «Riqualifichiamo l’Italia Cappotto Mio» a Palermo «abbiamo realizzato 194 cantieri con migliaia di posti di lavoro e circa 200 studi tecnici coinvolti. Questi sono numeri veri che in questi anni hanno alimentato economia reale e legale - dice Pippo Glorioso, segretario Cna della provincia di Palermo - Questo decreto è stato approvato ignorando qualsiasi confronto con il sistema delle imprese che da tempo sollecitano un tavolo per superare la fase di profonda incertezza intorno ai meccanismi dei bonus generata dalle continue modifiche normative. Una modalità che non è assolutamente accettabile. Il governo ha bloccato in poche ore i meccanismi fondamentali del superbonus fiscale e di tutti gli altri bonus edilizi, cioè lo sconto in fattura e la cessione del credito». La Cna «è pronta a mobilitarsi contro una politica miope che di fatto interrompe anche il percorso virtuoso avviato, sia in termini di crescita del Pil che in termini di obiettivo legato alla transizione ecologica ma anche alla messa in sicurezza del patrimonio immobiliare».

“Il superbonus ha creato sviluppo e occupazione non può essere tolto all’improvviso - aggiunge Glorioso - le regole non possono cambiare da un giorno all’altro, questo crea profonda instabilità e incertezza per le imprese, i lavoratori e le famiglie. E’ una bomba sociale pronta ad esplodere dove ad avere la meglio possono essere solo le mafie e il malaffare. Non esiteremo a fare sentire la nostra voce - conclude Glorioso - in rappresentanza di una vasta platea di piccole imprese artigiane, le quali, con serietà e sacrificio, hanno investito in forza di una legge dello Stato che oggi, incomprensibilmente, diventa carta straccia».

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