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Banche, 150 comuni siciliani senza sportelli. L'allarme dei sindacati: "Forte preoccupazione"

Aumenta il pericolo di desertificazione per gli sportelli bancari sul territorio siciliano. L'allarme è lanciato dalla Fabi, la Federazione Autonoma Bancari Italiani, il sindacato più rappresentativo del settore credito nell'Isola e nel resto d’Italia. Il Coordinatore per la Sicilia, Carmelo Raffa, chiama in causa "il mondo partitico e istituzionale perché affronti seriamente una politica per il rilancio economico nell’Isola e ciò anche per impegnare le banche anziché pensare a dismettere ulteriori sportelli a incrementare la presenza sui territori con investimenti produttivi".

Raffa fa un appello al presidente della Regione Siciliana, Nello Musumeci, affinché "lasci da parte eventuali paure forse relative ai 150 milioni di tasse versate annualmente e legittimamente alla Regione Siciliana da parte di Unicredit e togliendosi la veste del coniglio s’intesti una vera battaglia per evitare che gli Istituti di Credito continuino indisturbati nell’opera di smantellamento degli sportelli, lasciando il pieno deserto nei piccoli comuni".

"Sul territorio siciliano sono circa 150 i Comuni in cui non ci sono sportelli bancari. Le banche stanno elaborando i piani industriali - spiega Raffa - , si ventila che molti sportelli saranno chiusi. Siamo molto preoccupati perchè se si interviene dopo che deliberano non ci sarà più tempo. Se la banca delibera che la filiale viene chiusa non si può più intervenire. Si parla di numeri abbastanza elevati che ancora non si possono stimare. Le banche tendono a digitalizzare al massimo, a spingere i clienti a fare operazioni attraverso i telefonini ed i computer".

"Il governo della Regione intervenga per impedire ulteriori ridimensionamenti della presenza bancaria in Sicilia che aprirebbero ad una progressiva involuzione dell’intero tessuto economico» Così Giuseppe Lupo capogruppo del Pd all’Ars commenta il bollettino annuale sulla articolazione territoriale delle banche e delle istituzioni finanziarie, in particolare sul numero di sportelli e di dipendenti, ripartiti per localizzazione geografica, pubblicato da Banca d’Italia, dal quale si evidenzia una forte diminuzione della presenza bancaria in Sicilia.

"Nel 2021 in Sicilia si è registrata la chiusura di ben 52 sportelli bancari e la perdita di 525 addetti, confermando un trend in discesa già emerso negli anni precedenti, - dice Lupo in un’interrogazione inoltrata all’assessore regionale all’Economia - la provincia maggiormente colpita è quella di Palermo con 14 sportelli e 320 addetti in meno rispetto  al 2020, ma nessuna provincia è indenne da un ridimensionamento che impoverisce ulteriormente il territorio. Messina perde 53 lavoratori, Trapani 29 e solo Enna ne acquista 11. Ben dieci  comuni hanno perso l’unico sportello bancario che era ubicato nel loro territorio. Sono segnali preoccupanti di una progressiva involuzione del tessuto economico cui occorre porre un freno con urgenza. Il governo intervenga a salvaguardia dei livelli occupazionali e per frenare un impoverimento che peserebbe direttamente sulla crescita e sul mantenimento dell’apparato produttivo che con il mondo del credito deve interfacciarsi".

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