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Palermo, sfuma l’incontro alla Rap: lavoratori in stato di agitazione

I sindacati di Rap, Fp Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti e Fiadel proclamano lo stato di agitazione dei lavoratori. La decisione è giunta al termine della riunione di oggi pomeriggio con l’azienda che gestisce la raccolta dei rifiuti. “Ci siamo solo limitati - spiegano Riccardo Acquado Fp Cgil, Vincenzo Traina Fit Cisl, Francesco Sinopoli Uiltrasporti, Agostino Cospolici Fiadel - a proclamare lo stato di agitazione dei lavoratori senza revocare gli accordi sindacali che tengono pulita la città, perché è chiaro che senza il doppio carico di lavoro e la maggiore presenza dei lavoratori nel turno domenicale, la città si ritroverebbe ad affrontare l’ennesima emergenza rifiuti. Da subito chiediamo di essere convocati dal Prefetto di Palermo alla presenza del Comune di Palermo, della burocrazia comunale e dai vertici della Rap». I sindacati aggiungono «sia chiaro a tutti che se non saremo convocati in tempi brevi ci troveremo costretti a tutelare i lavoratori con gli strumenti previsti contrattualmente e normativamente». «Non ci aspettavamo - spiegano - che l’azienda potesse dare le risposte alle tematiche che abbiamo posto al tavolo di oggi, come la ricapitalizzazione ferma da anni, i 50 milioni di crediti vantati dalla società di piazzetta Cairoli certificati dal socio unico e non liquidati, il pagamento degli extra costi per lo smaltimento dei rifiuti presso le discariche catanesi. Era agosto 2021 quando l’amministrazione comunale si diceva già pronta per la liquidazione dei primi 7,8 milioni, mai arrivati». «Non ultimo in ordine di tempo la delibera di giunta che blocca le assunzioni dei giovani palermitani in cerca di lavoro, ed una società che gestisce il servizio di pubblica utilità che non riesce a svolgere i servizi di istituto, ci limitiamo a ricordare a tutti che le assunzioni nelle aziende pubbliche si effettuano con i concorsi pubblici», proseguono. “Non è più consentito perdere tempo, qualcuno sta cercando di creare le condizioni per la gestione privata, noi ribadiamo che il servizio pubblico è e pubblico resta», concludono.

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