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Il clima è ormai tropicale e ora da Palermo arriva il primo caffè made in Italy

Ad annunciare la mini-produzione, di valenza culturale e didattica, è l'azienda Morettino, che ha avviato la sperimentazione assieme all'Università. Per la commercializzazione servirà tempo, almeno dieci anni. La Sicilia diventa l'area più a Nord con piantagioni

Andrea e Arturo Morettino davanti alla loro piantagione di caffè made in Sicily

Palermo come Panama. La sfida impossibile di realizzare una filiera del caffè al 100% made in Sicily è già partita. È un raccolto di Arabica, per circa 30 kg di varietà Bourbon e Catuai, quello che segna l’ingresso dell’Italia nella cosiddetta «coffee belt» - la cintura geografica dove si trovano la maggior parte delle piantagioni nel mondo - come località in assoluto più a Nord in grado di produrre caffè. Ad annunciare la prima mini-produzione, al momento di valenza più cultural-didattica che commerciale, è Andrea Morettino, sales and marketing manager dell'azienda e quarta generazione di torrefattori di Palermo.

«Questa piantagione sperimentale è un sogno - dice Andrea Morettino in un seminario online - che si è realizzato nel giardino della nostra fabbrica museale e scuola del caffè, a San Lorenzo ai Colli. Frutto della collaborazione con l’Orto botanico di Palermo, che, per l’area coloniale, importò un secolo fa semi dall’Etiopia. Da quei semi, insieme all’Università di Palermo, quest’anno abbiamo avuto un raccolto straordinario di Arabica a km 0. Siamo a latitudini ben diverse dai Tropici e ci vorranno almeno dieci anni per farne un progetto commerciale ma il microclima ha permesso la prima piantagione all’aperto di caffè in Sicilia con drupe nostrane».

Insomma, l'azienda palermitana ha pensato di trasformare un momento di crisi, i cambiamenti climatici che tanto preoccupano la comunità globale, in un'opportunità, in linea del resto con quello che avviene anche in altre produzioni. «I cambiamenti climatici - spiega Andrea Morettino - hanno già portato in Sicilia, che dal punto di vista agronomico è un continente a parte, raccolti straordinari di papaya e avocado. Confrontandomi con gli addetti dell’Orto botanico, abbiamo ora constatato fioriture eccezionali di numerose piante esotiche dovute al microclima. Ma per una produzione significativa di caffè made in Sicily ci vorrà tempo, almeno dieci anni, e guardiamo con interesse alle aree del Ragusano e Siracusano, tra le più calde d’Europa».

Papà Arturo, il presidente dell'azienda, ha creato negli anni Novanta la prima piantagione sperimentale en plein air e «quest’anno - dice adesso Arturo Morettino  - proprio nell’anno del centenario di Morettino, la natura ha regalato un raccolto straordinario ed un risultato in tazza davvero sorprendente: un caffè nativo di Sicilia di altissima qualità. Siamo rimasti sorpresi dall’abbondante raccolto delle nostre piante, che abbiamo interpretato come un dono per tutto l’amore che in questi anni la nostra famiglia ha dato loro». Arturo Morettino ha seguito da vicino l’evoluzione delle piante e delle drupe negli anni. Alla raccolta manuale avvenuta tra luglio e settembre, è seguita la lavorazione del caffè con metodo Gold Honey, spolpatura manuale, fermentazione di 48 ore ed essiccazione al sole. Successivamente la scelta di una tostatura medio-chiara e tante sessioni di assaggio, che hanno dato un risultato straordinario: un caffè di grande finezza, con acidità equilibrata e una naturale dolcezza.

Le drupe della piantagione di caffè della Morettino

«Fino ad oggi - riprende Andrea Morettino - abbiamo portato avanti attività didattiche e formative, con un dialogo aperto con l'Orto botanico e l'Università di Palermo. Nel mondo sono state classificate 124 varietà di caffè, tra le più note Arabica e Robusta, e sogniamo di aggiungere presto una coltura nativa siciliana alle classiche colture che crescono tra il Tropico del Cancro e quello del Capricorno. Vogliamo lavorare a un progetto di un caffè a km 0, a basso impatto ambientale, con una produzione sostenibile di una selezione di caffè siciliano che porti al recupero di serre abbandonate e incentivi un ritorno dei giovani alla terra. Il nostro - conclude - è un piccolo appezzamento che non cambierà il destino dei grandi produttori ma che può stimolare nuove ricerche e professioni in Agraria. Per la tostatura abbiamo seguito la nostra tradizione: una media tostatura che all’assaggio, come ha precisato a moka spente il sommelier del caffè Nicola Battista, ha restituito sentori di uva zibibbo, carruba e un fiore esotico ma presente in molti balconi palermitani, la pomelia».

 

 

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