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Pizzerie che resistono, la Braciera di Palermo: "Meno lavoro ma non licenziamo"

Lo chef Daniele Vaccarella e il titolare della Barciera Antonio Cottone

I pizzaaddicted continuano a restare fedeli alla consegna: grani particolari, impasti a lunga lievitazione, ingredienti di prima qualità. E pizza soprattutto il venerdì e sabato, né più né meno di quando si fa la coda per poter mangiare in una delle tre sedi della Braciera: a quella storica di via San Lorenzo, si aggiungono infatti la pizzeria del TC1 e la sede estiva a Villa Lampedusa, oltre ad un punto dedicato all'asporto, sempre a San Lorenzo.

Ed è stata proprio questa la scelta vincente di questi giorni per La Braciera: chi l'avrebbe mai detto che il take away aperto a settembre scorso, oggi avrebbe permesso di guardare al futuro con una spinta in più? «Quando abbiamo aperto il punto dedicato all'asporto, accanto al laboratorio, con il forno a legna, ovviamente non immaginavamo cosa sarebbe successo in queste settimane - spiega Antonio Cottone che lavora al fianco del suo chef, Daniele Vaccarella, che ha guadagnato per il quinto anno di seguito, i “tre spicchi” del Gambero Rosso, e per il terzo, una postazione di rilievo nella classifica di 50toppizza. La Braciera è anche segnalata dalla guida Espresso tra le tre pizzerie che vale la pena visitare in Sicilia -. Ma benediciamo il progetto: lavoriamo sia con socialfood che con i nostri driver, abbiamo raddoppiato il fatturato dell'asporto, e siamo riusciti a tenere in attivo quattro dipendenti. Per gli altri - in tutto sono 32 - ho richiesto la cassa integrazione, anche se ho saputo che fino ad oggi ancora non hanno neanche iniziato a valutare le istanze. Il servizio di asporto mi ha permesso di pagare affitti e utenze delle quattro sedi, mentre l'ultima busta paga è ferma al 9 marzo».

Le forniture? «I materiali sono pagati allo scarico, non ci sono arretrati. Avevamo il magazzino fornito, e per le derrate fresche e deperibili, affettati o mozzarelle, abbiamo continuato con l'approvvigionamento, seppure a ritmi ridotti, scendendo dalle abituali cinque consegne settimanali, a due». Un danno infinito… «Tutti i ristoranti e le pizzerie della città sono allo stremo. Pensate ai pranzi di Pasqua, ma soprattutto alle comunioni o alle cene di fine anno. Tutto perso, tutto crollato».

Pensiamo al dopo, alla riapertura. «Ci stiamo già preparando: la sede storica della Braciera di via San Lorenzo non riaprirà perché anticiperemo la chiusura estiva, e ci trasferiamo a Villa Lampedusa dove è più facile garantire le distanze che di sicuro saranno prescritte». Ci saranno licenziamenti? «No, ho parlato con tutto il personale, faremo turni, lo sanno, lavoreranno meno ma lavoreranno tutti». Vi siete chiesti come reagirà la gente? Ci sarà psicosi da virus? «Innanzi tutto bisognerà vedere quanti soldi avrà in tasca e poi, se avrà paura. Ma io credo che ci sarà tanta voglia di uscire, con attenzione certo, ma vorremo ricominciare a vivere».

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