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I consulenti del lavoro: le nostre case assediate, chiesto l'intervento delle forze dell'ordine

Nel pieno dell'emergenza coronavirus e della crisi in cui versano tante famiglie, anche i consulenti del lavoro non nascondo le loro difficoltà. "In Sicilia le aspettative create dagli annunci del governo nazionale sugli aiuti previsti dal decreto 'Cura Italia' stanno acuendo le tensioni sociali perché le promesse non corrispondono ai risultati", commenta Antonino Alessi, presidente dell'Ordine dei consulenti del lavoro di Palermo, intervenendo agli Stati generali della categoria per chiedere "immediate modifiche al decreto in fase di conversione in legge. I ritardi sui pagamenti, e gli errori nelle norme che rischiano addirittura di trasformare imprese e lavoratori in debitori, in questo degradato contesto hanno già alimentato reazioni che si riversano come boomerang in primo luogo sulle nostre attività professionali coinvolgendo le nostre case trasformate in centrali operative".

Le conseguenze sono state gravi, come spiega Alessi: "In diversi casi in provincia di Palermo nostri colleghi hanno dovuto richiedere l'intervento delle forze dell'ordine per sedare animati assedi alle loro abitazioni".

I problemi riguardano soprattutto la cassa integrazione in deroga a gestione regionale, che in Sicilia sta partendo in ritardo rispetto alle altre misure e anche rispetto ad altre regioni: "La procedura adottata in Sicilia - spiega Alessi - rispecchia quella ordinaria, con il quadruplo canale della consultazione sindacale, della doppia istanza ai centri per l'impiego e all'Inps e del decreto di spesa da parte del Dipartimento regionale lavoro".

"In più - evidenzia Alessi - l'accordo con l'Abi per ottenere l'anticipo in banca della Cig ordinaria e in deroga non è stato aperto alle Poste, circuito utilizzato dalla gran parte dei lavoratori, e già si sa che molte banche in Sicilia non intendono aderire alla convenzione. Per incassare i 1.400 euro molti lavoratori potrebbero essere costretti ad aprire un nuovo conto corrente presso una banca diversa dalla propria".

"La norma sulla Cig in deroga - analizza il presidente dei consulenti del lavoro palermitani - prevede che il lavoratore ha diritto a percepire l'indennità ma solo fino ad esaurimento delle risorse. Ciò significa che, essendo lo stanziamento insufficiente rispetto alla prevedibile mole di domande, c'è ragione di temere che molti lavoratori che avranno già incassato l'anticipo, non ricevendo poi l'erogazione della Cig, saranno chiamati dalla banca a restituirlo, con l'aggravante che se non potranno ridare i soldi dovranno farlo al loro posto i rispettivi datori di lavoro".

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