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Il Natale amaro dei 500 lavoratori Fortè, corteo per le strade di Palermo

La protesta dei lavoratori Fortè

Un Natale amaro per gli oltre 500 lavoratori Fortè e per le loro famiglie. Continua, infatti, anche durante le festività, lo sciopero dei dipendenti in tutta la Sicilia. E oggi, Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs Uil hanno indetto, una manifestazione a sostegno della vertenza.

“Un 2019 amaro per questi lavoratori  per lo più monoreddito che, giorno dopo giorno, temono sempre più di non poter sostentare i bisogni quotidiani delle loro famiglie - dichiara Mimma Calabrò, segretario generale della Fisascat Cisl Sicilia -. Ecco perché abbiamo organizzato un corteo da piazza Alberigo Gentili fino al punto vendita di via Generale Di Maria dove è organizzato il sit-in".

“I lavoratori sono ormai allo stremo - continua la Calabrò -. I troppi ritardi nel pagamento degli stipendi sono diventati insostenibili. Ad aggravare ancor più la situazione, la domanda di ammissione all’amministrazione straordinaria formulata dall’azienda che ha bloccato la procedura di cessione di 56 punti vendita alla Apulia Distribuzione”.

Il tribunale di Catania, presso cui è stata depositata la procedura, infatti, si pronuncerà sull’eventuale autorizzazione soltanto il 7 gennaio.

“A fronte di un anno che sta per  finire e che ha assunto connotati drammatici per questi lavoratori, auspichiamo che, il nuovo anno,  possa portare risvolti più confortanti -conclude la Sindacalista - non possiamo che augurarci, pertanto, che riprenda quanto prima il confronto a tutela di tutti i livelli occupazionali”.

“Registriamo un’ottima adesione alla manifestazione – spiega Marianna Flauto, segretario generale Uiltucs Sicilia - i lavoratori stanno manifestando tutto il loro disagio perché non percepiscono un euro da mesi nonostante siano andati a lavorare ogni giorno. Questa situazione non può durare ancora a lungo".

"I dipendenti - prosegue - chiedono il pagamento degli stipendi degli ultimi 4 mesi. La situazione è pure peggiorata perché adesso si attendono i tempi del tribunale. Si sarebbe potuto intervenire con un ammortizzatore sociale, uno strumento temporaneo per garantire i lavoratori con un reddito. E invece l’azienda resta passiva con un atteggiamento offensivo nei loro confronti, pretendendo quasi che vadano a lavorare senza essere pagati e senza intervenire aprendo una procedura per chiedere un ammortizzatore sociale. Chiediamo chiarezza e che si metta fine a questa situazione drammatica che sta coinvolgendo centinaia di famiglie”.

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