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Crisi della Reset, i sindacati: "Vera priorità il ripristino del tempo pieno"

II ripristino delle 40 ore settimanali e degli altri istituti contrattuali a partire dal corretto inquadramento del personale.

È quanto torna a chiedere Pietro La Torre, segretario Ursas-Sadirs, che interviene sulla crisi della Reset. “Ci sta che qualche funzionario verrà incolpato della omessa predisposizione degli atti da portare in delibera per l’adeguamento dello statuto della Reset alle prescrizioni dell’Anac. E non è certo un errore affermare che nessuno, per dirla in maniera semplice, ha controllato quanto succedeva e che l’esecutivo tutto, compreso il controllore, è sempre più distratto è distante dal governo di questa partecipata. Ma senza voler drammatizzare, il caso si risolverà presto probabilmente, con buona pace di chi non avverte la necessità di intervenire sugli aspetti complessivi della società, delle sue attività e del futuro dei lavoratori. Le disponibilità finanziarie 2019, da quanto è dato sapere, nel 2020 andrebbero a ridursi a 31 milioni di euro e le eventuali mobilità verso altre partecipate dovranno essere ricondotte al senso che da sempre hanno avuto, ovvero il beneficio per tutti i lavoratori, sia per quelli che vanno sia per quelli che rimarranno in Reset. Sono stati chiesti dai sindacati due incontro alle competenti commissioni consiliari, quella alle Partecipate e quella del Bilancio, per verificare le modalità di applicazione della recente delibera sulla mobilità interaziendale e sugli strumenti di programmazione finanziaria, finalizzando tali confronti al rispetto degli accordi sottoscritti”.

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