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Illuminazione a Palermo, problemi a Vergine Maria e Addaura: intervento di Amg Energia

Una verifica approfondita, ad ampio raggio, sugli impianti di pubblica illuminazione della zona compresa tra Vergine Maria e Addaura. E' l’intervento avviato da Amg Energia volto a garantire la continuità di esercizio degli impianti di illuminazione di questa zona, che sono tra i più datati della città e che, a causa dell’età, della tipologia e delle condizioni ambientali, in questi giorni hanno subito continui spegnimenti per l’attivazione dei meccanismi di protezione dovuti a momentanei cali di isolamento e hanno reso necessari immediati e ripetuti interventi da parte degli operatori di Amg Energia.

Le disattivazioni temporanee hanno riguardato la zona compresa fra piazza Bordonaro, via Nostra Donna del Rotolo, via del Remo, piazza Vergine Maria ma anche il lungomare Cristoforo Colombo. Si tratta di impianti che hanno da tempo abbondantemente superato la loro vita tecnica utile e che, infatti, verranno del tutto sostituiti dalla nuova illuminazione in via di definizione, realizzata dal Comune di Palermo con progetti che hanno utilizzato i fondi Fas (per le aree sottoutilizzate del Paese).

Gli operatori di Amg Energia, per garantire la continuità di esercizio degli impianti, evitandone i ripetuti spegnimenti, hanno avviato un intervento che comporterà la disattivazione parziale di alcuni tratti di circuito, determinando, in particolare, il funzionamento dell’illuminazione di lungomare Cristoforo Colombo a punti luce alternati.

“Un paio di mesi fa abbiamo effettuato numerosi interventi di riparazione in questa zona – sottolinea l’amministratore unico di Amg Energia Spa, Mario Butera – e i nostri operatori, in queste settimane, a causa anche delle avverse condizioni meteorologiche, hanno assicurato continui interventi di monitoraggio e riattivazione degli impianti, che, oltre ad essere vetusti, sono alimentati da linea aerea e soggetti ad allagamenti e presenza di umidità. Si tratta di strutture che hanno ampiamente completato il loro ciclo tecnico di vita utile e su cui le nostre attività possono essere definite vero e proprio accanimento terapeutico. Il problema potrà essere risolto con l’attivazione dei nuovi impianti realizzati con fondi Fas”.

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