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"No al trasferimento dei lavoratori Almaviva", nuova protesta

PALERMO. I sindacati hanno proclamato lo stato di agitazione dei lavoratori di Almaviva Contact a Palermo, che saranno in solidarietà fino al 30 novembre. Annunciate mobilitazioni a partire da domani, dopo la decisione dell'azienda di trasferire 154 addetti del call center su 398 dipendenti impiegati nella commessa Enel, oggi dismessa.

La decisione è arrivata durante l'assemblea dei lavoratori, che si è svolta in via Marcellini a Palermo. I lavoratori sono preoccupati e chiedono un intervento del governo nazionale, affinché vengano riaperte le trattative sulla vertenza, che con l'accordo siglato il 30 maggio scorso, al ministero dello Sviluppo economico, tra il governo, le regioni Lazio, Sicilia e Campania e le parti sociali sono stati revocati i 2.988 esuberi annunciati da Almaviva Contact a Palermo (1.670), a Roma (918) e Napoli (400).

Intanto, Almaviva Contact ha convocato i sindacati per domani a Palermo nella sede di via Cordova per discutere del trasferimento della prima trance di lavoratori da Palermo a Rende. Si tratta del primo incontro come previsto dalla procedura sui trasferimenti collettivi.

Per Almaviva Contact l'accordo sottoscritto al ministero dello Sviluppo economico, a Roma, lo scorso 31 maggio, che ha scongiurato i 2.988 esuberi a Palermo, Roma e Napoli, è stato «disatteso dai sindacati».

«È incomprensibile il mancato rispetto da parte delle organizzazioni sindacali - si legge in un comunicato aziendale interno - di quanto da loro garantito come punto centrale dell'accordo, che riguarda la gestione della qualità e della produttività delle attività aziendali, e questo farebbe venir meno ogni ipotesi di prosecuzione del percorso comunemente definito al ministero dello Sviluppo economico».

«Almaviva Contact - continua la nota - non può che evidenziare che, contrariamente alle basi dell'accordo del 31 maggio scorso, se da una parte si continua a rispettare quanto definito come impegno aziendale (anticipo contratti di solidarietà, integrazione cds, garanzia 'bonus Renzi', mantenimento logistica di Palermo e Napoli, non riallocazione delle commesse, etc), dall'altra si assiste ad un costante aggravio della situazione economica, finanziaria ed operativa, come conseguenza di un'ulteriore espansione del fenomeno della
delocalizzazione extra UE (solo in Albania vi sono 25.000 addetti che lavorano per il mercato italiano con un raddoppio nel corso dell'ultimo anno); un perdurante ricorso a gare sotto il costo del lavoro (a partire dalla pubblica amministrazione); un ritardo nella restituzione di quanto anticipato ai lavoratori e la mancata risoluzione di gravi criticità presenti in alcuni servizi».

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