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Verifica sui dati catastali, controlli a tappeto: a Palermo già 45 mila avvisi

L’operazione è resa possibile dal doppio controllo dei dati delle superfici della abitazioni dichiarate dai residenti e quelli effettivamente «conservati» negli archivi catastali

PALERMO. Tremate, tremate: le tasse son tornate. In questi giorni novemila contribuenti stanno ricevendo a casa avvisi di accertamento del Comune che riguardano la vecchia Tares, la tassa sui rifiuti. In realtà, gli «avvisi» recapitati sono 45 mila, perché si riferiscono agli ultimi cinque anni di imposta (prima di essere denominata Tari).

L’operazione è resa possibile dal doppio controllo dei dati delle superfici della abitazioni dichiarate dai residenti e quelli effettivamente «conservati» negli archivi catastali. L’incrocio fra queste informazioni ha fatto emergere molte discrepanze, a favore delle casse di Palazzo delle Aquile. Ieri i giornali erano pieni della riforma del Catasto: non più il calcolo in vani ma in metri quadrati ai fini della determinazione del quantum delle tasse.

Questo nuovo metodo, ha refluenze in tutta Italia anche sulla tassa rifiuti. Perché consente alle amministrazioni di verificare i dati catastali con le dichiarazioni dei residenti degli immobili. L’amministrazione comunale di Palermo, in questo, è già molto avanti. Talmente avanti che il primo «lotto» di 50 mila contribuenti è stato già «incrociato». Il risultato è stato abbastanza (ma non troppo) sorprendente: il 20 per cento delle dichiarazioni sono infedeli.

Per cui sono partiti i novemila avvisi, che diventano 45 mila: uno per ognuno degli ultimi cinque anni. «A inizio dell’anno prossimo - spiega l’assessore al Bilancio e ai tributi, Luciano Abbonato - saremo nelle condizioni di inviare l’altro blocco di accertamenti che in questo momento stiamo portando avanti, analizzando i dati». Saranno controllati tutt’e 300 mila contribuenti della Tari.

In città complessivamente gli immobili sono 489 mila 787, di cui con superficie (accertata dal catasto, cioè) 398.960, quindi la percentuale di immobili sfuggita al computo è del 18,54 per cento. Dall’intera operazione di controllo, l’amministrazione calcola di potere incassare qualcosa come 20 milioni, 5 solo da questa prima tornata di avvisi in fase di consegna.

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