PALERMO. La Regione diventa alleato del pastificio Tomasello: «Pronti a garantire i nostri marchi, perché solo così possiamo difendere i lavoratori e le famiglie siciliane». La presa di posizione è targata Linda Vancheri, assessore regionale alle Attività produttive, che, appresa la notizia della crisi della Tomasello e della conseguente apertura della mobilità per 56 lavoratori, ha contattato l'assessore regionale all'Agricoltura Nino Caleca per organizzare nei prossimi giorni un tavolo istituzionale urgente, coinvolgendo anche i responsabili del pastificio e i sindacati, sui mali che impediscono la nascita delle filiera e dei consorzi del grano in Sicilia.
«Le imprese non possono essere svantaggiate dal mercato locale - dice Vancheri - siamo di fronte a un grave problema di filiera che dobbiamo risolvere al più presto, ma lavoreremo in sinergia anche sull'aspetto del supporto finanziario da parte delle banche alle imprese, sui rapporti con la grande distribuzione organizzata, sulla rete commerciale». Un invito raccolto immediatamente dall'assessore all'Agricoltura: «Sarò a quel tavolo - dice Caleca - perché il concetto di filiera va ristrutturato, semplificato ed esteso al fine di aiutare le imprese e inserire i nostri prodotti di qualità nel mercato globale».
Il piano d'azione degli assessorati regionali è la prima risposta all'appello lanciato nei giorni scorsi proprio da Margherita Tomasello, cuore del marketing aziendale. «Nessuno parla dell'aumento del costo del grano duro - aveva detto l'imprenditrice - passato questo mese da 27 a 40 centesimi al chilo. Nell'ultimo periodo, inoltre, c'è stata anche la difficoltà a reperire la materia prima di qualità, per una drastica riduzione della produzione mondiale di grano duro. A questo punto abbiamo deciso di andare verso una ristrutturazione e mettere sul mercato l'azienda».
L'assessore Caleca non si dà pace. «Non è che ci ritroviamo aumenti del prezzo del grano perché è migliorata la qualità - dice l'assessore - allora bisogna capire perché accade, dove finiscono questi soldi». Taglia corto il capo di gabinetto dell'assessore all'Agricoltura, Antonio Parrinello: «Senza le filiere non si cresce. È necessario agire in maniera moderna, in linea con l'attuale mercato. È una partita troppo importante in vista dell'Expo, una possibilità in più per il salto di qualità delle nostre eccellenze».
Pur ritrovandosi con un pacchetto di ordini da evadere per tre milioni di euro, non si sa ancora se la famiglia dello storico pastificio vorrà comunque mantenere una quota all'interno di una eventuale nuova società, o vorrà alzare bandiera bianca. «Il marchio comunque non cambierà, così come la lavorazione e la qualità della pasta», ha assicurato Tomasello.
Se da un lato il pastificio sta pagando l'incapacità tutta siciliana di creare filiere corte, consorzi di agricoltori e di commercianti, dall'altro deve fare i conti con i cattivi pagatori e con le chiusure dei supermercati, caduti anch'essi sotto i colpi della crisi. Sono tante le aziende che hanno avuto la regolare fornitura di pasta ma che non hanno pagato. La Tomasello è stata costretta a procedere a forza di decreti ingiuntivi, che comunque non risolvono il problema nel breve periodo.
«È necessaria una politica regionale che tuteli e sostenga il comparto alimentare - dice Magda Culotta, deputato del Pd e sindaco di Pollina - e che aiuti i tanti produttori di eccellenze, conosciuti e apprezzati anche all'estero, per tenere le loro aziende nel mercato. Sono sicura che da parte dell'azienda ci sia la piena volontà per evitare il peggio e che la Tomasello stia facendo il possibile per riportare la produzione a pieno ritmo».
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