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La Trinità di Gherardo Starnina consegnata all'Abatellis di Palermo, era finita a un gallerista

Il comandante dei carabinieri del Nucleo per la tutela del patrimonio culturale di Palermo ha consegnato, al museo Abatellis di Palermo, all'assessore regionale dei Beni culturali e dell'identità siciliana il dipinto su tavola raffigurante la Trinità, attribuito a Gherardo Starnina (1354-1413), oggetto di confisca, facente parte di una collezione privata vincolata.

L'esito positivo dell'attività d'indagine è il frutto del coordinamento della Procura della Repubblica di Palermo e della proficua collaborazione esistente tra il nucleo carabinieri TPC di Palermo e gli Enti di tutela dell'assessorato regionale dei Beni culturali e dell'identità siciliana.

La vicenda giudiziaria scaturiva dalla tempestiva segnalazione da parte dell'Ufficio esportazione della soprintendenza per i Beni culturali e ambientali di Palermo su alcune irregolarità documentali relative all'opera. Gli immediati approfondimenti sviluppati in sinergia dal nucleo carabinieri TPC di Palermo e dal Reparto operativo del comando carabinieri TPC di Roma, certificavano l'avvenuta esportazione illecita all'estero del prezioso dipinto, facente parte di una collezione privata vincolata, venduto per la somma di 500.000 euro circa a un gallerista d'arte estero, estraneo ai fatti. Le risultanze investigative permettevano il sequestro del dipinto, avvenuto al valico di frontiera di Ventimiglia e, dopo vari gradi di giudizio, la Corte di Cassazione sentenziava la confisca dell'opera e l'assegnazione all'assessorato regionale dei Beni culturali e dell'identità siciliana che lo destinava al museo regionale Abatellis di Palermo, per la relativa esposizione e per la fruibilità pubblica.

L'elegante tavola a fondo oro, dominata dall'imponente figura di Dio Padre benedicente cui si sovrappongono la colomba dello Spirito Santo e il Cristo Crocifisso, è stata ricondotta alla produzione del fiorentino Gherardo di Jacopo, detto lo Starnina, tra i più importanti pittori della corrente tardogotica in Italia, documentato dal 1387 al 1409.

Discepolo di Antonio Veneziano, secondo le fonti storiche lo Starnina soggiorna in Francia e in Spagna, certamente a Toledo e a Valencia dove, forse lavorando in sodalizio con artisti iberici, ha modo di apprendere i modelli figurativi del gotico internazionale, che divulgherà poi a Firenze ottenendo un notevole successo, come dimostrano le importanti commissioni ricevute. In particolare verranno ricondotti alla formazione spagnola il caratteristico raffinato trattamento dei decori tessili e il ricercato cromatismo dei particolari, che si coniugano alla grandiosità scultorea delle figure, ben collocate nello spazio con ampi e solidi panneggi, da ricondurre alla formazione in patria.

Lo Starnina ebbe, dunque, un ruolo fondamentale nello sviluppo della cultura artistica fiorentina, innestando sulla tradizione della monumentalità giottesca il nuovo e prezioso linguaggio gotico caratterizzato dall'attenzione minuziosa ai particolari, ampie dorature e colori brillanti, come si apprezza in particolare nei cangiantismi dei serafini della tavola.

«Esprimo un vivo e sentito plauso al nucleo carabinieri Tutela patrimonio culturale di Palermo per i traguardi raggiunti in questi anni nella tutela e valorizzazione del nostro patrimonio culturale: risultati straordinari, frutto di un lavoro encomiabile, portato avanti con dedizione, competenza e spirito di servizio - dice l’assessore Scarpinato -.
Non ultimo l'eccezionale operazione che ha consentito di restituire alla pubblica fruizione un'opera di straordinario valore storico e artistico. La consegna di questa tavola rappresenta non solo un rilevante recupero per nostro patrimonio, ma anche la dimostrazione concreta dell'efficacia del lavoro sinergico tra le istituzioni. Dipinti con questo non appartengono solo a un museo, ma all'intera collettività, che ha il diritto di conoscerli, ammirarli e custodirli».

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