
Colorato, leggero leggero, pare un piuma, per una volta l’Elisir d’amore non si tuffa in una festa campestre ma sembra uscir fuori diritto da una plateia mediterranea tra acrobati e saltimbanchi, dove le schermaglie d’amore tra Adina e Nemorino la dicono lunga sull’intelligenza della donna e l’inadeguatezza dell’uomo.
Ieri sera al Teatro Massimo l’opera di Donizetti – dedicata al regista Roberto De Simone appena scomparso – è stata accolta da numerosi applausi alle «arie» più celebri – per «Una furtiva lagrima» il pubblico chiedeva il bis, ma non è stato concesso –, e da una vera ovazione alla fine con 7 minuti di applausi: piace la direzione ampia di Gabriele Ferro, piace la regia del napoletano Ruggero Cappuccio, piace soprattutto lei, Desirèe Rancatore che qui è a casa sua e lo dimostra con fermezza.
Così Adina, bella e cara per un Nemorino (René Barbera) che pare obnubilato, prende per i fondelli il gradasso sergente Belcore (Vittorio Prato), e si confida con la dolce Giannetta (un’altra bionda, Federica Maggì, anche lei di casa al Massimo); fa storia a sé il prode dottor Dulcamara (Paolo Bordogna) dispensatore di elisir, sospiri, sogni e guai. Il Teatro ieri era colmo di turisti: orientali innanzitutto, ma anche francesi, spagnoli e gli immancabili tedeschi con le Birkenstock che dovrebbero esser proibite in un qualsiasi luogo, chiesa o teatro. Giapponesi e coreane amano la lirica e fotografano ogni petalo del rosone del Basile.
Nel foyer, l’assistente alla regia Nadia Baldi sfoggia un voluminoso vello rosa fragola, e il direttore del Corpo di ballo Jean-Sebastien Colau, una giacca Principe di Galles parecchio décalée; l’avvocato Marina Vajana mira invece al bronzo con cintura importante e sandalo in tinta. In platea siedono l’assessore ai Lavori pubblici Totò Orlando, e i genitori di Desirée Rancatore, il flautista Antonio e la cantante Maria Argento; la duchessa Nicoletta Lanza Tomasi, felice di applaudire la regia dell’amico di lunga data Ruggero Cappuccio, «un Elisir delizioso, moderno, divertente - ride - una volta tanto non ci inondano di covoni e pastorelle leziose»; amica del regista anche Antonella Lupo che un anno fa ha anche organizzato la presentazione palermitana dell’ultimo romanzo di Cappuccio, «Un’opera veramente interessante e un allestimento pieno di brio» dice al fianco del manager della sanità Giancarlo Manenti, grande appassionato d’opera, che ricorda: «Il primo Elisir d’amore l’ho visto a quindici anni, e non dico da allora quanto tempo è passato, era un allestimento estivo in un teatro fuori Ragusa: ricordo ancora l’insegnamento di mio padre Biagino Manenti, “a teatro si va sempre vestiti adeguatamente anche se in una sera d’estate”».
Palco reale senza le abituali presenze istituzionali: questo Donizetti soddisfa anche il musicologo Daniele Ficola e il direttore del Biondo Valerio Santoro, in palco reale con la moglie Loredana: da attore e produttore, loda infatti l’eleganza e l’estetica dello spettacolo, ne ama i costumi e ne apprezza la solarità.
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