Ridere, emozionarsi e riflettere: è stato questo il mix che ieri sera, venerdì 28 marzo, ha conquistato il pubblico del CineTeatro Colosseum durante la rappresentazione di «Mai capitato al mondo», performance teatrale nata dall’esperienza di sette persone senza dimora, oggi attori e narratori della propria vita.
L’evento, realizzato nell’ambito del progetto «Generazione Z», finanziato dall’assessorato regionale della Famiglia e promosso dalla Fondazione Don Calabria per il Sociale, ha portato in scena storie personali, ironia e un messaggio potente contro l’esclusione sociale.
Il titolo dello spettacolo, scelto dagli stessi protagonisti – Hamza Bhihi, Alessandro Raso, Giusy Milazzo, Nicola Oliveri, Liboria Nicoletti, Daniela Samperi e Nevena Simonsson – racchiude il senso di un percorso personale e di gruppo: un viaggio iniziato a ottobre 2024 con incontri settimanali, esercizi di mimica, prossemica e condivisione, guidati dal regista Orazio Bottiglieri. Quattordici persone hanno partecipato al progetto, con la libertà di salire sul palco, collaborare dietro le quinte o semplicemente osservare.
«Da invisibili a attori – spiega Marco Guttilla, responsabile del progetto – le loro competenze e qualità dimostrano che, anche in una condizione difficile, si può ricostruire una vita attraverso relazioni, desideri e creatività. Questo percorso è parte di una ri-costruzione più ampia: quella dell’autonomia e di una vita indipendente, centrata sulle relazioni umane».
«Dopo sei mesi di lavoro, andiamo in scena con uno spettacolo che a Palermo non si era mai visto: persone che dormivano per strada regalano al pubblico una storia emozionante, divertente e che fa riflettere», racconta Orazio Bottiglieri, regista dello spettacolo. «Il teatro ha dato loro una possibilità per ricominciare. L’obiettivo era proprio questo: offrire una chance, dimenticare gli errori del passato e ricordarci che cose banali, come un comodino su cui poggiare le proprie cose, per chi è “senza” diventano simboli di speranza. Questo ci insegna a dare valore a ciò che abbiamo».
Daniela Samperi, una delle attrici, sottolinea che «Quello che mi resta più impresso è aver rivissuto i mesi in dormitorio mentre costruisco la mia indipendenza. Le persone con cui ho condiviso questo percorso sono una famiglia: ci siamo sostenuti nei momenti di debolezza e in quelli felici. Insieme, siamo diventati un sostegno reciproco, dentro e fuori dal palco, dentro e fuori dal dormitorio».
La Fondazione Don Calabria per il Sociale, insieme ai partner La Panormitana, Istituto Valdese, Croce Rossa Italiana, Fondazione San Giuseppe dei Falegnami e Magweb, ha lavorato per fare dell’arte in uno strumento di riscatto sociale. «“Mai capitato al mondo” non è solo uno spettacolo – conclude Guttilla – è una testimonianza che l’emarginazione può diventare protagonismo. E che nessuna storia merita di restare nell’ombra».
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