
A 46 anni dall’omicidio di Mario Francese, cronista di giudiziaria del Giornale di Sicilia, ucciso a colpi di pistola mentre stava tornando a casa, Assostampa Sicilia torna a ricordarlo con il Gruppo cronisti in viale Campania lunedì 27 gennaio alle 9,30.
Saranno presenti davanti alla targa che ricorda il giornalista ucciso dalla mafia nel 1979 per Assostampa il segretario regionale Giuseppe Rizzuto, la segretaria regionale del Gruppo cronisti Claudia Brunetto, il segretario provinciale di Assostampa Palermo Gianluca Caltanissetta.
A ricordare Mario Francese ci saranno anche i rappresentanti di Prefettura, comune di Palermo, magistrati, forze di polizia e l’Ordine dei giornalisti di Sicilia. All’evento parteciperà una rappresentanza degli studenti dell’IIS Luigi Einaudi- Vilfredo Pareto di Palermo accompagnata dalla professoressa Liliana Ursi, referente legalità dell’istituto ed una rappresentanza dell’istituto Marconi accompagnata dalla professoressa Maria Elena La Scala.
Mario Francese aveva 54 anni, quando venne ucciso e le sue inchieste giornalistiche furono il movente dell’omicidio come sottolinea la sentenza di condanna di appello. Nelle motivazioni i giudici che hanno riconosciuto come colpevoli Leoluca Bagarella, Totò Riina, Bernardo Provenzano, Michele Greco, Raffaele Ganci e Francesco Madonia spiegano che: «Il movente dell’omicidio Francese è sicuramente ricollegabile allo straordinario impegno civile con cui la vittima aveva compiuto un’approfondita ricostruzione delle più complesse e rilevanti vicende di mafia».
La storia professionale di Francese inizia all’Ansa, come telescriventista, per poi diventare, da giornalista collaboratore del quotidiano La Sicilia e dopo aver lavorato per dieci anni all’ufficio stampa della Regione Siciliana, decise di licenziarsi per dedicarsi a tempo pieno al Giornale di Sicilia, dove da cronista di giudiziaria scrisse pagine storiche sul fenomeno mafioso, come quelli, per citarne alcune, sulla strage di Ciaculli, del processo ai Corleonesi e fu l’unico ad intervistare la moglie di Riina, Antonietta Bagarella. Francese sostenne con forza anche la tesi dell’omicidio di mafia per Cosimo Cristina, il primo giornalista ucciso in Italia nel maggio del 1960 a Termini Imerese.
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