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Palermo, al Carmine Maggiore rinasce una preziosa tela del '400: restauro con l'Art Bonus

Dopo le ingiurie del tempo e i restauri piuttosto invasivi dei secoli passati, torna finalmente alla luce l’opera di Tommaso De Vigilia, artista palermitano del Quattrocento a cui i Carmelitani affidarono il compito di rappresentare La Madonna del Carmelo e santi carmelitani.

Domani, mercoledì 11 dicembre alle 17, alla chiesa del Carmine Maggiore a Palermo, sarà possibile ammirare i risultati del meticoloso restauro, a cura di Franco Fazzio, sostenuto dalla Fondazione Sicilia attraverso l’Art Bonus.

Un restauro che si aggiunge a quello di un numero di opere sempre più numerose, riportate in vita dalla Fondazione, in un’attività costante di rivitalizzazione e di recupero dei tesori isolani degradati.

Tra le prime testimonianze presenti in Sicilia di pittura a olio su tela, l’opera è stata oggetto di profonda devozione da parte dei fedeli, nel corso dei secoli. Una devozione tenace, che non ha mancato di causare danni, a cui il restauro ha cercato di fare fronte. Le lacerazioni e le lacune della tela, infatti, sono state causate da gioielli, aureole, ex voto, perfino corone e stelle appuntati dai fedeli e in un secondo momento strappati via dai ladri.

“L’autore del dipinto, realizzato nel 1492, è Tommaso De Vigilia – spiega Maria Concetta di Natale, presidente della Fondazione Sicilia e storica dell’arte – uno dei più importanti artisti del Quattrocento palermitano.

La Madonna del Carmelo e santi carmelitani, nel 1662, veniva impreziosita, seguendo la devozione del tempo, da una manta d’argento realizzata da due abili argentieri della maestranza palermitana, il tedesco Paolo Memingher e Rocco Ritundo, e subito dopo dovette essere restaurata e adattata al nuovo altare e alla cornice appositamente ideata dal Serpotta. Dopo un furto che strappò dall’opera tutto l’argento, tra manta ed ex voto che la ricoprivano, la tela venne di nuovo più ridipinta che restaurata nel 1868 da Aloisio Pizzillo, famoso per i suoi restauri di ripristino secondo i modi del periodo. In quell’occasione Pizzillo, contrariamente a tutte le fonti precedenti, attribuì inoltre l’opera non a De Vigilia ma ai suoi discepoli. Oggi, il restauro di Franco Fazzio ha recuperato e restituito l’opera alla città e ha chiarito definitivamente il suo altissimo livello”.

Non è soltanto il valore intrinseco dell’opera, storia del dialogo che quest’olio su tela racconta: “Ho seguito passo passo il restauro di un’opera a cui tutta la comunità tiene molto – dice padre Piero Leta, rettore della chiesa del Carmine Maggiore – e sono felice che la Fondazione Sicilia abbia accolto la nostra richiesta di aiuto per salvare questa preziosa testimonianza. Che, insieme al valore artistico, mette in luce il dialogo profondo che si instaurò tra Tommaso De Vigilia e i Carmelitani, committenti dell’opera”.

Prima di rimuovere totalmente le ridipinture che ricoprivano i volti della Madonna e del Bambino sono state effettuate delle indagini diagnostiche per verificare le condizioni conservative, soprattutto dei volti originali. Il progetto è stato realizzato sotto l’alta sorveglianza della Soprintendenza per i Beni Culturali e Ambientali di Palermo.

“Sono state svolte delle indagini radiografiche ai raggi x – spiega il restauratore, Franco Fazzio - che hanno consentito la visione delle immagini sottostanti. Accertato il loro ottimo stato di conservazione, la rimozione delle ridipinture di entrambi restauri che ne avevano stravolto anche la bellezza espressiva è stata eseguita senza esitazioni“.

La Madonna del Carmelo e santi carmelitani ha, insomma, riconquistato tutto il fascino del periodo e dell'artista che la generarono, attraverso la valorizzazione scrupolosa della qualità pittorica originale. Un’altra opera recuperata viene restituita alla città.

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