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Quattro lingue, video, informazioni «easy»: ecco Il museo della Cultura Arbereshe di Piana degli Albanesi - IL VIDEO

Quattro lingue, video, informazioni «easy to read», facili da leggere per tutti anche per chi ne ha più bisogno. Sono numerose le innovazioni apportate con il restauro del museo della Cultura Arbereshe di Piana degli Albanesi che ieri ha riaperto i battenti.

«Esposizione fruibile sensorialmente e cognitivamente»

«Dopo aver perfezionato l’accessibilità al museo, era necessario costruire una esposizione fruibile sensorialmente e cognitivamente ed a queste si è risposto con azioni sia all’interno che all’esterno del museo – spiega Dario Scarpati, archeologo e museologo -. La narrazione museale è stata progettata in quattro lingue (italiano, arbereshe, inglese e LIS) così da poter essere fruita da una utenza decisamente ampliata. Una guida a parte è stata redatta con il linguaggio «Easy to read».

I video che raccontano le diverse sezioni espositive sono tradotti in LIS/IS e sottotitolati; a questi sono state affiancate delle audio-descrizioni per persone non vedenti. Sono state, infine, inserite alcune esperienze sensoriali, tattili ed olfattive nella sezione naturalistica».

A proposito del linguaggio «Easy to read», la guida è stata realizzata da ragazzi con disabilità cognitivo-comportamentale che fanno capo al Centro di riabilitazione Flutura. Il metodo narrativo che utilizza il linguaggio «Easy to read» (facile da leggere) consiste nella semplificazione dei concetti e nell’uso di parole facilmente comprensibili nella redazione delle schede descrittive degli oggetti. Questo linguaggio permette di fornire informazioni accessibili a tutti, e in particolare a persone non di madrelingua italiana, oppure con disturbo dello sviluppo intellettivo ed ai bambini. Anche il font utilizzato è studiato per facilitare la lettura alle persone con dislessia. Cinque oggetti sono stati scelti con una visita al museo dagli stessi ragazzi che avrebbero poi contribuito a redigerne la descrizione.

Racconto esaustivo della cultura arbereshe

«L’intitolazione a Nicola Barbato è un omaggio a un personaggio della storia locale, fondatore del Movimento dei Fasci Siciliani dei Lavoratori e promotore di azioni a favore dei contadini - spiega Daniela Brignone, storica dell’arte e museologa -. Il contributo del Pnrr per la rimozione delle barriere fisiche e cognitive nei musei e nei luoghi della cultura ha consentito al Museo di effettuare una profonda ristrutturazione al fine di valorizzare le collezioni, ampliando le sezioni, grazie ai prestiti provenienti dall’Eparchia e da artigiani locali, per offrire un racconto esaustivo della cultura arbëreshë e rendendo più agevole l’accesso non soltanto a persone con disabilità, ma anche ad un pubblico comune, anche attraverso l’utilizzo di dispositivi tecnologici e apparati divulgativi per migliorare la fruizione e la comprensione dei temi trattati».

Il sindaco Petta: «Valorizziamo il nostro patrimonio culturale»

«Il Museo civico Nicola Barbato si presenta con una nuova veste, diventando un importante punto di riferimento per la conoscenza della cultura arbëreshe, il primo in Italia - dice il sindaco di Piana degli Albanesi Rosario Petta -. Il museo conferma l’interesse da parte di questa Amministrazione di attuare un programma di valorizzazione del proprio patrimonio culturale da tempo avviato, sollecitando la comunità di Piana a partecipare in prima persona al fine di far conoscere e tramandare i caratteri e le peculiarità della tradizione arbëreshe. Piana si apre così al mondo, traducendo l’importante patrimonio, in molti casi tramandato oralmente, in una entità museale, mettendo al centro del proprio sviluppo la cultura che l’ha contraddistinta nei secoli, affermando il ruolo e la funzione che il proprio patrimonio artistico, materiale e immateriale, ha da sempre avuto nelle vicende storiche e culturali del territorio. Nel Musarb che rinasce grazie al recente intervento reso possibile dal contributo dei fondi Pnrr per l’accessibilità, possiamo scorgere il cammino di una comunità, individuato dai tanti tasselli che hanno costituito la sua grandezza, l’importanza e la sua complessa crescita».

Nel video le dichiarazioni di Dario Scarpati, Daniela Brignone e Rosario Petta

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