«Libere» è lo spettacolo che conclude l’esperienza del laboratorio teatrale dello «Spazio Donna Zen», curato da Erika La Ragione, al quale hanno partecipato le donne del quartiere. Andrà in scena, per la prima volta, nel teatro della chiesa San Filippo Neri in via Fausto Coppi, a Palermo, domani sera (9 luglio) alle 21, ex è già sold out, con replica venerdì prossimo, alle 21.30, a Capaci, in occasione dell’apertura della manifestazione «Muliebris_festival dei diritti delle donne». Ogni anno il laboratorio teatrale offre l’opportunità di lavorare in gruppo, esprimere se stesse, scoprire le proprie potenzialità creative. «Il titolo «Libere» - dicono gli organizzatori - sottolinea il valore della scelta che le donne dello ‘Spazio Donna Zen’, ch esiste e resiste da 10 anni, fanno ogni settimana, frequentando un luogo nel quale scoprirsi capaci e forti insieme alle altre. Ma racconta anche della determinazione di tutte le operatrici che hanno fatto di tutto questo il loro lavoro, che si sono impegnate e che continuano a impegnarsi, affinché questo spazio resti aperto e accogliente, rappresenti un luogo di aggregazione e socialità, di formazione e di cura, nel quartiere Zen». Lo spazio donna Zen è uno spazio creativo e ricreativo di socializzazione, formazione e di autodeterminazione aperto alle donne del quartiere, sostenuto dal progetto Re-Action, finanziato da «Alliance for gender Equality in Europe», con capofila «Per Esempio». Ogni settimana, per 4 giorni, l’apertura di questo spazio è un punto di riferimento per le donne, le ragazze e per i servizi educativi del territorio. Sartoria e teatro sono alcune delle principali attività, c’è uno sportello di ascolto e si strutturano percorsi legati all’apprendimento. All’interno dello spazio è presente Lucy, una ricca biblioteca di testi di donne. Spazio donna zen è curato dall’associazione «Handala» dal 2014. «Lo Spazio Donna Zen è una pratica di sorellanza - dicono le operatrici - rappresenta per noi uno scambio reciproco di esperienze, conoscenze e gesti di cura. È unire le voci, le idee, le lotte. Praticare la sorellanza nel nostro lavoro e nel nostro attivismo, ci rende unite nelle lotte e felici nella conquista di spazi di libertà».