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Addio a Vera Slepoj: la psicologa dei sentimenti fu chiamata da Ferrara e Morgia e prendersi cura del Palermo

È morta a 70 anni: per lei negli anni tanti incarichi pubblici, rubriche e saggi

Vera Slepoj e Giovanni Ferrara in una foto del 1999

Capire i sentimenti, La psicologia dell’amore, Le ferite delle donne, Le ferite degli uomini sono alcuni dei titoli bestseller che hanno fatto conoscere Vera Slepoj, la psicologa morta per un malore in casa a 70 anni. Divulgatrice, nota al pubblico anche per avere partecipato di frequente alle trasmissioni televisive, era nativa di Portogruaro (Padova) ed ha scritto 11 libri e tenuto rubriche in quotidiani e periodici, a lungo tempo editorialista del Gazzettino, spesso ospite di festival di scienza e letterari come Una montagna di libri a Cortina, di cui è stata presidente onoraria. Alla città di Palermo fu legata perché nel 1999 l'allora presidente del Palermo calcio Giovanni Ferarra la chiamò come psicoterapeuta della squadra, allenata da Massimo Morgia.

Il focus del suo lavoro - si era laureata in Psicologia a Padova con una tesi sulla Devianza e i meccanismi di controllo in una società attuale, specializzandosi poi in psicoterapia - è diventato nel percorso della sua carriera soprattutto l’ambito dei sentimenti, la lettura del profondo, le relazioni di coppia e in ultimo la necessità del benessere mentale. Da presidente della Federazione italiana di psicologia negli anni Duemila, era intervenuta sui tanti fatti di cronaca, dal massacro di Novi Ligure all’omicidio di Sarah Scazzi, e argomentando in modo critico su tanti programmi televisivi che si affacciavano all’epoca come Il Grande Fratello. Resta famosa la bocciatura di Sailor Moon, la serie di cartoni animati giapponesi che andava in onda su Retequattro. La psicologa lanciò un allarme, «in sé non ha nulla. Propone una giovane eroina e si sono riscontrati casi di bambini di sesso maschile che, assistendo quotidianamente al cartoon, hanno finito con l’identificare nel personaggio protagonista, forte, vincente, di potere, un modello di comportamento, femminilizzando il loro modo di vivere, le relazioni con i coetanei, chiedendo di poter vestire come la loro eroina», quindi «in dosi massicce finisce con l’essere un modello». Ha fatto parte anche del primo Comitato tv e Minori con Maria Rita Parsi. Il 3 aprile scorso era stata chiamata dal ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano a far parte del rinnovato Consiglio superiore del cinema e dell’audiovisivo.

Ha avuto anche altri incarichi pubblici: docente di Sociologia della Salute all’Università di Siena e ha presieduto l’International Health Observatory, un organismo dedicato alla promozione della salute mentale a livello globale. Consigliere per l’Authority per il Volontariato dal 2000 al 2004 e dal 2002 al 2006 per il Ministro delle comunicazioni. E’ stata anche assessora alla cultura, musei e servizi sociali della provincia di Padova dal 1999 al 2004 su indicazione di Gianfranco Fini, all’epoca vicepresidente del Consiglio dei ministri, dimostrando un forte impegno verso la comunità locale. Dal ministro Sangiuliano alla ministra per le riforme Maria Elisabetta Casellati, al titolare delle Imprese Adolfo Urso sono arrivati i commiati a Slepoj «che ha contribuito con il proprio lavoro ad aumentare la consapevolezza sulla necessità di una maggiore attenzione al benessere psicologico della persone», come sottolinea il Consiglio nazionale dell’ordine degli psicologi.

In alto Vera Slepoj e Giovanni Ferrara in una foto di Tullio Puglia del 1999

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