
Il più celebre dei pupari, nonché il principale artefice della rifondazione dell’Opera dei Pupi, con due lauree honoris causa conferitegli dall’università Roma Tre e dall’università di Palermo, torna in cattedra nella sua città, con un laboratorio aperto a tutti e ispirato alla santa patrona, Rosalia.
S’intitola, infatti, Rosalia, la Santuzza palermitana - Pratiche e linguaggi del contemporaneo con la tradizione del Teatro dei Pupi e del cunto, il laboratorio che il Maestro Mimmo Cuticchio terrà alla Città dei Ragazzi dal 2 al 5 luglio (dalle 15,30 alle 18,30).
Sabato 6 luglio alle 17,30 cunto di e con Mimmo Cuticchio sulla storia di Santa Rosalia.
Il laboratorio è gratuito e l’ingresso allo spettacolo del 6 luglio è libero fino a esaurimento posti, a eccezione del biglietto d’ingresso di un euro alla Città dei Ragazzi, che il Comune di Palermo reinveste nella manutenzione del parco.
Il progetto “Rosalia, la Santuzza palermitana” - Pratiche e linguaggi del contemporaneo con la tradizione del Teatro dei Pupi e del cunto, fa parte del programma delle celebrazioni organizzate in occasione del Quattrocentesimo Festino di Santa Rosalia ed è realizzato con il contributo dell’assessorato alla Cultura del Comune di Palermo, mediante risorse del Fondo Nazionale dello Spettacolo.
Aperto a tutti con il solo limite della maggiore età, il laboratorio è destinato a venti persone; prevista anche la partecipazione di uditori. Una occasione unica per conoscere da vicino, e guidati dal caposcuola, i segreti dell’Opera dei Pupi con il suo eccezionale tesoro di arte, cultura e tradizione riconosciuto dall’Unesco patrimonio dell’umanità.
Per informazioni e iscrizioni entro il 22 giugno: Associazione Figli d’Arte Cuticchio 091 323400, [email protected], www.figlidartecuticchio.com.
«Si tratterà – dice Mimmo Cuticchio – di una esperienza pratica, non pensata per professionisti del teatro, ma aperta a tutti; a chi vuole conoscere da vicino i segreti di un’arte antica sopravvissuta fino a noi, reiventandosi e immergendosi nella contemporaneità. Sarà una esperienza pensata appositamente per la gente comune che ha voglia di fare “amicizia” con i pupi, constatare quanto pesano, come si muovono, come si manovrano i fili, come si allestisce una messa in scena... Insomma, sarà un laboratorio incentrato sulla manovra; gli allievi non dovranno recitare, semmai, strada facendo, valuteremo la possibilità di realizzare dei cori».
Il tema è il quattrocentesimo anniversario del ritrovamento della grotta con le spoglie della Santuzza e la conseguenziale fine della peste che devastò Palermo. «Utilizzerò – dice Cuticchio – una quarantina di pupi appositamente realizzati e, man mano che si sviluppa la storia, definiremo i personaggi anche nei costumi. Lo faremo assieme agli allievi e insieme creeremo la storia. Incontrare persone che vogliono entrare nel mio mondo, sarà anche l’occasione per parlare di narrazione a forma di cunto, della sua tradizione orale tuttora attualissima. E di metterla in scena, cuntando la storia di Rosalia».
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