Il primo museo in Europa dedicato al presente ricorda Giovanni Falcone, Paolo Borsellino e tutte le altre vittime di mafia. Si trova nello spazio di Palazzo Jung a Palermo e sarà aperto a convegni, seminari e sopratutto accoglierà gli studenti e tutti i giovani.
Oggi (16 aprile) è stata inaugurata in anteprima la Biblioteca Blu, che si trova nella grande sala, dedicata alla fruizione gratuita e al prestito responsabile di volumi di storia, economia, arti visive, letteratura, poesia e biografie sul Novecento e sui tempi attuali. Tante le istituzioni presenti, compreso il presidente della Commissione parlamentare antimafia, Chiara Colosimo: «Il museo nasce a seguito del protocollo con la Fondazione Falcone – spiega Colosimo -. Sono stata eletta il 23 maggio e per me questo è un passaggio fondamentale. Lo è sopratutto perché l’impostazione che abbiamo dato alla commissione parlamentare antimafia è quella di parlare ai più giovani perché quello che è successo qui non accada più».
Colosimo ricorda gli anni delle stragi del ‘92: «Ero una bambina e guardavo le immagini al telegiornale – dice -. Tutta la mia attività politica ha poi voluto calcare quella storia. Non a caso la Commissione parlamentare antimafia si è occupata subito dei famosi 57 giorni che dividono la strage di Capaci da quella di via D’Amelio. Purtroppo la criminalità organizzata, e nello specifico cosa nostra, non ha ancora trovato la sua fine anche se le abbiamo inferto colpi durissimi, in ultimo l'arresto di Messina Denaro. La mia paura è che questa rivolta civile, partita sopratutto da Palermo, possa affievolirsi e lasciare spazio alle nuove forme di mafia. Tra queste c’è quella del voto di scambio che credo sia una piaga da estirpare, sopratutto perché toglie ai cittadini la possibilità di fidarsi della propria classe politica elettorale».
Poi un avvertimento: «Non è detto che la persona che abbiamo sempre avuto a fianco e di cui ci siamo fidati non possa prendere una strada sbagliata e non possa perdere quella sfida con il potere che la porta ad accettare dei compromessi immorali e assolutamente illegali. Davanti a questo dobbiamo avere la capacità di dire, anche fosse il nostro migliore amico, se scende a patti con la criminalità organizzata, che è il nostro peggior nemico».
Maria Falcone indica la scritta affissa all’interno della biblioteca: «Qui facciamo futuro». «Questo è il luogo della memoria – dice la sorella di Giovanni Falcone – per non dimenticare quelle terribili stragi del ‘92 ma sopratutto il lavoro che è stato fatto per combatterla. Tutto questo sarà raccontato ai giovani di tutta Italia. Come diceva Giovanni: "La mafia è un fatto culturale e come tale deve essere combattuto, oltre la repressione"».
nel video le interviste a: Chiara Colosimo, presidente della commissione parlamentare antimafia; Maria Falcone
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