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Dal Barocco agli stucchi di Serpotta, a Palazzo Reale la mostra-sogno di Dolce e Gabbana è un omaggio alla Sicilia

Dal cuore alle mani apre il 7 aprile a Milano, in anteprima mondiale, prima di andare in tour nei musei di tutto il mondo

Dal barocco all’opera, dalla devozione alla Sicilia, c’è tutto il mondo di Dolce e Gabbana nella mostra Dal cuore alle mani che apre il 7 aprile a Palazzo Reale, in anteprima mondiale, prima di andare in tour nei musei di tutto il mondo.

Promossa dal Comune di Milano - Cultura e prodotta da Palazzo Reale e IMG, la mostra è curata da Florence Müller e ripercorre il processo creativo dei due designer, dal cuore, da cui scaturiscono le idee, alle mani, attraverso cui prendono forma.

Un viaggio nella bellezza del fatto a mano che è anche una dichiarazione di amore per l’Italia tutta e per Milano in particolare.

«Inizialmente - raccontano Domenico Dolce e Stefano Gabbana - la mostra doveva essere inaugurata nel 2020. Poi c’è stata la pandemia e abbiamo dovuto rimandare tutto, ma non ci siamo dati per vinti perché è sempre stato il nostro sogno. In questi anni abbiamo avuto modo di rivedere il progetto, ci siamo chiesti se ci rappresentasse davvero, se il nostro messaggio arrivasse dritto al cuore. Solo una cosa non è mai stata messa in discussione: la prima tappa doveva essere a Palazzo Reale, gioiello di Milano e del mondo».

Non solo Dolce e Gabbana hanno scelto la città che ha ospitato il loro debutto e i loro successi per il lancio della loro prima mostra, ma sosterranno anche i restauri di opere e ambienti di Palazzo Reale, compresa la Sala del Trono.

Il racconto inizia già all’esterno di Palazzo Reale, con alcune opere digitali realizzate da visual artist come Felice Limosani, che hanno fornito la loro interpretazione delle creazioni di Dolce&Gabbana. Nelle dieci sale del Piano Nobile, una sorpresa dietro l’altra: ad accogliere i visitatori, i dipinti ispirati al Grand Tour delle collezioni Alta Moda di Dolce&Gabbana firmati da Anh Duong, che incorniciano i capi, mentre nella seconda sala sono specchi e lampadari a riflettere i ricami e cristalli degli abiti.

Si apre una tenda e per magia si entra nella sala da ballo del Gattopardo, si varca una soglia e si accede a un sancta sanctorum di creazioni di Alta Moda e Alta Gioielleria. Cuore della mostra è la sala che riproduce sartoria e laboratori della casa di moda, dove sarti e artigiani lavorareranno tutti i venerdì dalle 11 alle 13 e dalle 16 alle 18. Tra opere di arte rinascimentali, maioliche colorate, frigoriferi e carretti siciliani, si passa a un omaggio a Giacomo Serpotta, maestro del periodo Barocco, con una selezione di abiti della Collezione Alta Moda «Stucchi», e a una parentesi dedicata al mito, con le divinità greche che si materializzano sotto forma di abiti della Collezione Alta Moda presentata nella Valle dei Tempi di Agrigento.

In chiusura, la riproduzione di un teatro all’italiana, dove il sipario cremisi e gli ordini dei palchi si aprono su una scena che vede protagoniste le creazioni ispirate alle opere più amate dagli stilisti.

Un viaggio nella bellezza in tutte le sue forme, che spazia dalla musica all’architettura, dall’artigianato al mito, perché «non volevamo - spiegano Dolce e Gabbana - fosse la classica mostra di moda, piena di abiti appoggiati su manichini senza anima. L’abito vive attraverso la persona, attraverso il suo modo di essere, il suo istinto. Abbiamo una relazione più complessa con l’abito: non lo vediamo solo come un pezzo di stoffa, ma - concludono - come vero e proprio mezzo di espressione di sé».

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